Scrolli distrattamente la tua bacheca social quando all'improvviso Belen ti promette guadagni? O Alessia Marcuzzi? Magari Giovanna Botteri, durante un'intervista con Fabio Fazio, rivela: "Non devi lavorare per essere ricco. Dammi 250 euro e con questa piattaforma guadagnerò un milione in 12-15 settimane". Ti fermi incredulo. La giornalista Rai, simbolo di serietà professionale, che dispensa consigli su come arricchirsi con Bitcoin? Qualcosa non torna. E hai perfettamente ragione: è una truffa sofisticata che sta mietendo migliaia di vittime in Italia, utilizzando i volti di personaggi pubblici senza il loro consenso.
Mentre le autorità faticano a contrastarle, queste truffe basate sui deepfake di celebrità hanno registrato un aumento del 12% nell'ultimo anno. Con oltre 3.400 casi documentati e un giro d'affari illegale stimato in più di 110 milioni di euro, il fenomeno ha raggiunto dimensioni allarmanti. Ma i numeri sono ancora più spaventosi se guardiamo al triennio 2022-2024: 559,4 milioni di euro rubati e un incremento del 31,9% nel denaro sottratto tra il 2023 e il 2024, passando da 137,2 a 181 milioni di euro. Le vittime sono aumentate esponenzialmente, da 1 milione nel 2022 a ben 2,5 milioni nel 2025.
Il meccanismo perfetto: deepfake, falsi articoli e promesse di ricchezza immediata
La truffa segue uno schema ben collaudato che sfrutta la credibilità dei volti noti e le debolezze psicologiche di chi naviga online. Secondo uno studio del Centro di Ricerca sulla Psicologia del Consumatore dell'Università di Milano, l'efficacia di queste truffe si basa sulla combinazione di due potenti fattori: l'autorevolezza percepita della celebrità e la FOMO (Fear Of Missing Out), ovvero la paura di lasciarsi sfuggire un'opportunità unica. In un contesto economico incerto, la promessa di guadagni facili e rapidi diventa irresistibile per molti.
I truffatori utilizzano video manipolati con tecnologie di intelligenza artificiale avanzate dove celebrità italiane sembrano promuovere piattaforme di trading di criptovalute. Questi deepfake sono realizzati con tale maestria che persino un occhio attento potrebbe faticare a distinguerli dalla realtà. Ma non è tutto: il sistema si completa con falsi articoli di testate giornalistiche rispettabili e campagne pubblicitarie mirate sui social media, creando un ecosistema fraudolento perfettamente orchestrato.
Alessia Marcuzzi e il "segreto Bitcoin" mai rivelato a Che Tempo Che Fa
Tra i casi più eclatanti c'è quello di Alessia Marcuzzi, la cui immagine è stata impropriamente utilizzata in falsi articoli che sembravano pubblicati da La Repubblica. Secondo questi articoli contraffatti, la conduttrice avrebbe rivelato un "segreto" sulle criptovalute durante un'intervista a "Che Tempo Che Fa" del 2019. Peccato che tale rivelazione non sia mai avvenuta. La Marcuzzi si trova così, suo malgrado, a essere testimonial inconsapevole di sistemi di trading fraudolenti che promettono ricchezze immediate con investimenti minimi.
Lo psicologo sociale Roberto Vaccani, docente alla SDA Bocconi, ha analizzato il fenomeno spiegando che "l'uso di figure familiari e rassicuranti come Alessia Marcuzzi crea un ponte di fiducia immediato con il pubblico. Il cervello abbassa le difese critiche quando riconosce un volto amico, rendendo l'inganno molto più efficace". Questo effetto psicologico, noto come "trasferimento di credibilità", è alla base del successo di queste operazioni fraudolente.

Da Barbara D'Urso a Giorgia Meloni: nessuno è al sicuro dall'abuso della propria immagine
L'elenco delle vittime di questo furto d'identità digitale è lungo e trasversale. Barbara D'Urso e Federica Panicucci sono finite al centro di truffe online tanto gravi da spingere Mediaset a presentare una denuncia contro ignoti alla procura di Milano. Enrico Mentana appare in un video fake mentre annuncia dal TG La7 uno scontro tra Elon Musk e il governo italiano riguardo una piattaforma per "fare molti soldi". Belen, Flavio Briatore, Emma Marrone, Jovanotti e persino Diletta Leotta e Myrta Merlino: tutti nomi sfruttati per dare credibilità a sistemi fraudolenti di trading online.
Ma forse il caso più inquietante riguarda la premier Giorgia Meloni. In un deepfake particolarmente sofisticato, la si vede mentre afferma: "Capisco che ci sono molte domande sul perché abbiamo nascosto questa piattaforma alla maggior parte degli italiani, ma abbiamo deciso di verificare: la piattaforma è affidabile". Un messaggio costruito ad arte per sfruttare la fiducia istituzionale e legittimare una truffa attraverso il più alto livello di rappresentanza politica.
Le figure istituzionali come garanzia falsificata: da Mattarella a Panetta
Non sono solo i volti del mondo dello spettacolo a essere sfruttati. Anche le massime cariche dello Stato sono finite nella rete dei truffatori. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Ministro Giancarlo Giorgetti, Vincenzo De Luca (Presidente della Regione Campania) e persino Fabio Panetta, Governatore di Bankitalia, sono stati rappresentati in deepfake mentre dispensavano consigli su investimenti miracolosi in criptovalute.
La sociologa Chiara Giaccardi dell'Università Cattolica sottolinea come "l'utilizzo di figure istituzionali rappresenti un salto di qualità nelle strategie di manipolazione. Si sfrutta non solo la notorietà, ma anche l'autorevolezza connessa al ruolo pubblico, creando una falsa sensazione di sicurezza e legittimità". Secondo un'indagine dell'Osservatorio Cybersecurity del Politecnico di Milano, le truffe che coinvolgono figure istituzionali hanno un tasso di successo del 27% superiore rispetto a quelle che utilizzano celebrità del mondo dello spettacolo.
L'evoluzione tecnologica al servizio della frode
Ciò che rende queste truffe particolarmente insidiose è la loro capacità di evolversi e adattarsi. I post fraudolenti scompaiono e riappaiono con nomi diversi ad ogni aggiornamento della timeline dei social, rendendo impossibile un monitoraggio efficace. I truffatori utilizzano tecniche SEO avanzate per posizionare siti fraudolenti nei risultati di ricerca e la loro strategia prevede di richiedere piccole commissioni iniziali (generalmente 250 euro) per poi aumentare gradualmente le richieste, intrappolare la vittima in un meccanismo di escalation del danno economico.
Un'altra tecnica emergente è la creazione di profili falsi di ragazze attraenti (identificate spesso con nomi generici) per adescare le vittime. Il professor Giovanni Ziccardi, esperto di criminalità informatica dell'Università degli Studi di Milano, avverte che "stiamo assistendo a un perfezionamento costante delle tecniche di manipolazione audiovisiva. I deepfake di oggi sono solo l'inizio: le prossime generazioni di AI generativa permetteranno di creare contenuti fasulli praticamente indistinguibili dalla realtà, ponendo sfide enormi ai sistemi di verifica tradizionali".
La lotta impari contro un'idra digitale: perché è così difficile fermare il fenomeno
Mediaset, insieme allo studio legale GVP di Milano, ha presentato una denuncia per tutelare l'immagine dei propri volti noti coinvolti in queste truffe. Tuttavia, il contrasto a questo fenomeno si sta rivelando estremamente complicato. Il sostituto procuratore Francesco Cajani ha dovuto chiedere l'archiviazione di un procedimento perché i siti segnalati erano già stati oscurati, solo per riapparire con nomi di dominio diversi poco dopo.
La Consob dal luglio 2019 ha ordinato l'oscuramento di ben 1.156 siti pirata, con quattro nuovi siti bloccati solo nell'ottobre 2024. Un funzionario italiano preposto al contrasto di queste piattaforme ha descritto efficacemente la situazione: cercare di limitare il fenomeno chiudendo i siti "è come svuotare l'oceano con un secchiello". Facebook ha dichiarato di star prendendo il problema seriamente, intentando azioni legali contro gli individui responsabili, ma la natura transnazionale di queste operazioni rende l'identificazione e la persecuzione legale dei colpevoli estremamente difficile, con denaro che finisce spesso in Cina, Bangladesh, India o Nigeria.
La consapevolezza come prima difesa: come riconoscere e proteggersi dalle truffe Bitcoin
In questo scenario complesso, la prima linea di difesa rimane la consapevolezza e lo spirito critico degli utenti. L'Istituto per la Sicurezza Informatica suggerisce alcuni segnali d'allarme da tenere d'occhio: promesse di guadagni eccessivi in tempi brevi, pressioni per investire rapidamente, testimonianze troppo entusiastiche e URL sospetti sono tutti indicatori di potenziali truffe. Ricordate sempre che nessun investimento legittimo può garantire rendimenti straordinari senza rischio, e che le celebrità raramente si prestano a promuovere piattaforme di investimento sui social media.
Le truffe non causano solo danni economici ma anche psicologici profondi. Chi cade nella trappola spesso prova vergogna e tende a non denunciare, perpetuando il ciclo. Mentre le tecnologie di deepfake continuano a perfezionarsi e le truffe diventano sempre più sofisticate, l'unica vera protezione resta la cultura digitale e un sano scetticismo. La prossima volta che vedrete Fabio Fazio o Giorgia Meloni promettere ricchezze grazie a Bitcoin, fermatevi un attimo e chiedetevi: è davvero possibile? La risposta, purtroppo o per fortuna, è sempre la stessa: se sembra troppo bello per essere vero, probabilmente non lo è.