Nei momenti più bui, quando tutto sembra troppo pesante da sostenere, il semplice atto di ridere può apparire fuori luogo.
Eppure, la psicologia ci dice il contrario: ridere non è una reazione fuori contesto, ma un meccanismo profondamente umano, capace di aiutarci a ritrovare equilibrio anche quando la realtà sembra crollarci addosso. Non si tratta di fingere allegria o di minimizzare ciò che ci fa soffrire. Piuttosto, ridere attiva un processo naturale e spontaneo, che coinvolge mente, corpo ed emozioni in un'azione sinergica. Il professor Lauri Nummenmaa, esperto nello studio delle emozioni, ha dimostrato come la risata sociale favorisca il rilascio di endorfine, stimolando aree del cervello legate all’emotività e al benessere. Questo vuol dire che, anche nei momenti più duri, una risata autentica può trasformarsi in una spinta positiva. La nostra mente non è fatta solo per analizzare e controllare, ma anche per trovare spazi di sollievo. È in questa dinamica che l’umorismo svolge un ruolo fondamentale, aiutandoci a prendere distanza dalle preoccupazioni e a riformulare la realtà con uno sguardo più leggero.
Benefici psicologici e fisiologici della risata
Quando ridiamo, il nostro corpo si attiva. I muscoli si rilassano, la respirazione diventa più profonda, la circolazione sanguigna migliora. Come sottolinea la psicologa Costanza Fontani, la risata stimola il sistema immunitario e favorisce un dialogo interno più gentile. È come se riuscissimo, almeno per un momento, a guardare le difficoltà da un altro punto di vista. A livello chimico, ridere abbassa i livelli di cortisolo, l’ormone legato allo stress, e stimola la produzione di serotonina e dopamina. Lo ha spiegato bene il ricercatore Alberto Dionigi, secondo cui l’umorismo diventa una vera strategia di coping adattiva, capace di rendere più gestibili le sfide quotidiane. Non serve sforzarsi di ridere: quando la risata nasce dal contesto, anche se piccolo o apparentemente insignificante, attiva circuiti di resilienza. In alcuni casi, ridere ha effetti quasi terapeutici. Cha e Hong, in uno studio del 2015, hanno riscontrato che la risata può ridurre i sintomi della depressione già dopo cinque giorni, aumentando i livelli di serotonina. E in uno studio precedente, Shahidi e colleghi hanno osservato miglioramenti nel sonno e nella qualità della vita in soggetti che partecipavano a sessioni di risata consapevole.
Ridere è un modo per tornare umani
Le teorie psicologiche sull’umorismo ci aiutano a capire meglio perché ridiamo. L’idea di fondo è che l’umorismo nasce da un incontro tra ciò che ci aspettiamo e ciò che ci sorprende. Secondo Freud, ridere libera tensioni psichiche represse; per Peter McGraw e Caleb Warren, invece, si ride quando una situazione considerata una "violazione" appare comunque innocua. Entrambe le visioni ci ricordano una cosa semplice: ridere è una reazione profonda e non superficiale. In ambienti delicati come gli ospedali, la clownterapia e lo yoga della risata sono usati da anni con risultati sorprendenti. Queste pratiche, anche quando la risata è inizialmente indotta, portano benefici reali, fisici ed emotivi. È la prova che non dobbiamo sempre aspettare di “aver voglia” di ridere: talvolta è il corpo a guidare la mente.

Quando tutto sembra buio, una risata può sembrare fuori posto. Ma proprio in quei momenti, può essere la scintilla che accende una nuova prospettiva. Non ci rende ingenui, né ci allontana dalla realtà. Al contrario, ci aiuta a rientrare in connessione con la nostra parte più viva e autentica. Ridere non è una fuga, ma una scelta di coraggio. E nei periodi più complessi, può diventare una forma di resistenza emotiva, capace di riportarci, passo dopo passo, verso uno stato di equilibrio e vitalità.