Credere nell’oroscopo non è di per sé irrazionale: è umano. Ma lasciare che il proprio segno zodiacale prenda decisioni al posto nostro significa delegare a un simbolo la responsabilità delle scelte.
Di fronte a un bivio, c’è chi consulta amici, chi la propria coscienza... e chi l’oroscopo. Ma cosa succede quando iniziamo a prendere decisioni importanti basandoci sul nostro segno zodiacale? Una scelta innocua o un meccanismo psicologico profondo?
“Non scelgo mai progetti a lungo termine durante la retrogradazione di Mercurio.” Sara, 33 anni, project manager, sorride mentre lo dice. Ma c’è del vero: da anni pianifica viaggi e cambi di lavoro in base a ciò che suggerisce l’astrologia. E non è sola. Studi recenti indicano che oltre il 30% dei giovani adulti in Europa prende in considerazione l’oroscopo per orientare almeno alcune scelte personali.
Secondo la psicologa sociale Silvia Andreassi, “attribuire significato alle caratteristiche del proprio segno è un modo per ridurre l’ambiguità. È più facile dire ‘sono Leone, quindi sono leader’ che interrogarsi sulla propria leadership in modo critico e flessibile”.
Quando l’identità si plasma sul segno
Questa dinamica si collega al fenomeno dell’autoconvinzione, ovvero la tendenza a modellare il proprio comportamento in base a ciò che si crede di essere. Se una persona si identifica con tratti attribuiti al proprio segno, tenderà inconsciamente a comportarsi in modo coerente con essi.
Lo spiega bene lo psicologo cognitivo Pascal Mercier: “L’astrologia agisce come un copione: ci fornisce un ruolo e, come attori inconsci, iniziamo a recitarlo. Questo ha effetti reali su come affrontiamo relazioni, carriera e perfino rischi.”
L'effetto Barnum: un profilo per tutti
Alla base c’è anche l’Effetto Forer (o Barnum), un bias cognitivo per cui le persone tendono a riconoscersi in descrizioni vaghe e generiche. Gli oroscopi funzionano proprio così: usano tratti universali (“sei sensibile ma forte”, “hai bisogno di amore ma cerchi indipendenza”) che suonano personali a chi legge. “Più siamo in cerca di una bussola interna, più rischiamo di affidarci a queste etichette esterne” nota Luca Montemurro, psicoterapeuta e docente di psicologia clinica. “Il problema nasce quando queste credenze limitano il ventaglio di possibilità che una persona è disposta a considerare per sé.”
Decisioni “su misura” o auto-sabotaggio?
Credere che “da Scorpione non posso avere relazioni leggere” o “essendo Pesci sono troppo fragile per certe carriere” può diventare una trappola. Alcune persone evitano esperienze formative o opportunità semplicemente perché "non sono adatte al mio segno". Eppure, non tutto è negativo: l’astrologia può anche offrire una forma di auto-riflessione simbolica. “Se usata come spunto per interrogarsi su sé stessi e non come verità assoluta, può essere uno specchio interessante,” dice ancora Andreassi.