Stasera in tv, lasciati ispirare da un viaggio che guarisce l’anima: è una storia di rinascita

Stasera in tv, immergiti in una storia che tocca l'anima e il cuore. Durante la visione non potrai che confrontarti con il vissuto della protagonista, un momento di pura riflessione.

Alle 21:10 su Rai Movie va in onda Mangia, prega, ama, il film tratto dal celebre bestseller autobiografico di Elizabeth Gilbert. È molto più di un semplice racconto di viaggio: è un percorso di guarigione interiore, un’immersione nelle fragilità umane che parla a chiunque abbia mai sentito il bisogno di fermarsi, respirare e ricominciare. La pellicola, diretta da Ryan Murphy e interpretata da Julia Roberts, è diventata nel tempo un simbolo di trasformazione personale, un manifesto moderno del coraggio di perdersi per ritrovarsi.

Il pubblico non guarda questa storia solo con gli occhi, ma soprattutto con il cuore. Si entra nella trama come in un diario scritto da chi ha vissuto sulla propria pelle la fatica di dire basta. Basta alle aspettative altrui, alle scelte dettate dall’abitudine, ai ruoli che stringono come abiti troppo stretti. La protagonista, Elizabeth, decide di abbandonare tutto per seguire una chiamata silenziosa ma potente: quella della propria autenticità. Il film funziona perché tocca corde intime e universali e offre la possibilità allo spettatore, di confrontarsi con molte dinamiche e momenti che invitano alla riflessione.

Mangia, prega, ama: non è solo un viaggio geografico: è un percorso psicologico

Il film si snoda in tre tappe simboliche: Italia, India, Indonesia. Ogni luogo rappresenta una fase del cammino interiore, uno spazio di trasformazione. In Italia, Elizabeth riscopre il piacere. La cucina, la lingua, la lentezza: tutto è un invito a riappropriarsi del proprio corpo e delle piccole gioie. Non si tratta solo di mangiare pasta o gelato, ma di riconnettersi con i propri sensi, con la capacità di godere senza colpa. Da un punto di vista psicologico, questa fase è fondamentale per chi ha soffocato a lungo i propri desideri nel nome del dovere. La trama rappresenta un modo per potersi misurare con situazioni nuove e per riscoprirsi, dopo un momento di grande difficoltà. Ma perché questo film conquista milioni di persone? La risposta sta nella sua capacità di parlare a chiunque abbia vissuto una crisi, una separazione, un momento in cui tutto sembrava crollare. Elizabeth non è una supereroina, non ha poteri magici, non salva il mondo. Ma decide di salvare sé stessa, e questo è forse il gesto più rivoluzionario che si possa compiere.

Stasera in tv, Mangia, prega, ama
Stasera in tv, Mangia, prega, ama

Molti spettatori empatizzano con lei perché vedono rispecchiate le proprie fragilità, le proprie domande inascoltate, i propri sogni messi in un cassetto. Il viaggio di Elizabeth non è un lusso per pochi privilegiati, ma un simbolo di ciò che ognuno può fare nel proprio quotidiano: scegliere di ascoltarsi. La psicologia ci insegna che ogni percorso di crescita passa attraverso tre fasi: rottura, caos, integrazione. Il film segue proprio questa struttura. Prima la rottura di una vita che non funziona più, poi il caos della ricerca, infine l’integrazione di ciò che si è scoperto in una nuova forma di equilibrio. Guardare questo film è come guardarsi allo specchio con occhi nuovi. Ogni spettatore trova la propria Italia, la propria India, la propria Indonesia. C’è chi ha bisogno di riscoprire il piacere, chi ha bisogno di silenzio, chi ha bisogno di amore. Il vero messaggio non è “viaggia per ritrovarti”, ma “ascolta cosa ti manca, e trova il modo di nutrirlo”.

Un viaggio di trasformazione interiore in Mangia, Prega, Ama: la pratica di Mindfulness

Il film Mangia, Prega, Ama (2010), ispirato all'omonimo libro autobiografico di Elizabeth Gilbert, affronta in maniera intensa e profonda i temi della scoperta personale, della regolazione emotiva e del cambiamento interiore. È proprio questa introspezione che rende la pellicola così coinvolgente per molti spettatori, i quali si ritrovano nelle sfide e nei momenti di rinascita vissuti dalla protagonista. A rafforzare questa connessione emotiva, esistono anche solide basi psicologiche che ne spiegano l’efficacia. Una ricerca condotta dagli psicologi clinici J. Teasdale e Z. Segal ha evidenziato come l’integrazione della pratica di Mindfulness con la terapia cognitiva possa ridurre in modo significativo il rischio di ricadute depressive. In particolare, nei pazienti con precedenti episodi di depressione, questo approccio ha portato a una riduzione del 40% del rischio di ricadute dopo sei mesi di trattamento. Nel film, Elizabeth Gilbert intraprende un’esperienza di meditazione in India, che si rivela centrale per il suo cammino verso l’accettazione e il perdono. Questo passaggio riflette con efficacia i benefici della Mindfulness nel promuovere consapevolezza emotiva e serenità interiore.

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