3 film da guardare per ritrovare il sorriso e combattere la malinconia, secondo la psicologia

Cosa dicono gli esperti di psicologia sulla cinematerapia e quali sono i film da guardare per ritrovare finalmente il sorriso. 

Non serve una bacchetta magica per cambiare l’umore, a volte basta una pellicola giusta, vista al momento giusto. È questo uno dei presupposti su cui si fonda la cinematerapia, una pratica che non pretende di curare, ma di accompagnare chi vive momenti di malinconia, stress o insoddisfazione attraverso l’esperienza emotiva e catartica del cinema. Secondo la psicologia, alcuni film hanno la capacità di risvegliare il sorriso, suscitare empatia e, in modo sottile ma profondo, stimolare il benessere psicologico. Anche i colori possono trasmettere queste sensazioni secondo alcuni studi. 

Tra i nomi più autorevoli in questo campo spicca Gary Solomon, psicoanalista americano e padre fondatore della cinematerapia clinica. Con il suo libro The Motion Picture Prescription, ha introdotto l’idea di prescrivere film come strumenti di riflessione e sostegno, adattando la visione alla condizione emotiva del paziente. Lungi dall’essere una soluzione miracolosa, il film può diventare una finestra su emozioni sopite, offrendo stimoli preziosi per affrontare paure, solitudini e disillusioni.

Patch Adams (1998): curare con il sorriso

Non è un caso che Patch Adams venga spesso citato da psicologi e terapeuti come esempio emblematico di quanto potente possa essere un semplice sorriso. Ispirato alla vera storia del medico Hunter Doherty “Patch” Adams, il film è un inno all’empatia, alla compassione e alla gioia come strumenti terapeutici. La figura di Patch rompe i confini della medicina tradizionale, mostrando come la leggerezza possa diventare una forma profonda di umanità. Guardare questo film è come fare un tuffo in un mondo dove la cura passa attraverso la risata e il contatto umano. In tempi di isolamento emotivo, Patch Adams ci ricorda che ridere non è solo un istinto, ma anche un atto di resistenza e speranza. Il film non nega la sofferenza, ma la attraversa con uno sguardo diverso, insegnando che la felicità può essere una scelta consapevole.

Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano (2003): la felicità come atto di volontà

C’è una scena, in questo delicato gioiello del cinema francese, che viene spesso citata in ambito psicologico ed educativo: “Non si sorride perché si è felici, si è felici perché si sorride.” È in questa frase che si condensa l’intero potenziale trasformativo del film. La storia, fatta di incontri, gesti piccoli ma intensi, conduce lo spettatore verso una dimensione in cui il sorriso è un esercizio dell’anima, non una conseguenza automatica dell’umore. Monsieur Ibrahim insegna senza insegnare, trasmette valori profondi senza moralismi, e accarezza le ferite esistenziali con la forza gentile della saggezza. Un film che non solo rallegra, ma induce a guardare il mondo con occhi nuovi, più aperti e disponibili alla bellezza nascosta della vita quotidiana.

film psicologia
Perché lasciarsi conquistare da un film secondo la psicologia.

Il diavolo veste Prada (2006): ironia, leggerezza e resilienza

Più leggero, ma non per questo meno significativo, Il diavolo veste Prada è una delle pellicole più consigliate quando si tratta di ritrovare il sorriso attraverso una storia vivace, ironica e inaspettatamente motivante. La protagonista affronta sfide lavorative, delusioni personali e pressioni sociali con una forza che cresce scena dopo scena. E, nel farlo, invita lo spettatore a non prendersi troppo sul serio, ad accettare le proprie imperfezioni e a ricominciare ogni volta che serve.

C’è un che di liberatorio nel vedere una giovane donna che, pur inciampando, sceglie se stessa e le proprie passioni, senza vendersi al cinismo. La leggerezza del tono non cancella la profondità del messaggio: la felicità, spesso, si trova nel momento in cui si smette di rincorrere approvazioni e si comincia a danzare al ritmo della propria autenticità.

Cinema e benessere: un’alleanza possibile perfetta per chi soffre di malinconia

Questi tre film non rappresentano delle cure miracolose, ma offrono occasioni preziose per entrare in contatto con le nostre emozioni più profonde, senza filtri né giudizi. La cinematerapia non sostituisce un percorso psicologico, ma può essere un compagno di viaggio silenzioso ma efficace. Non resta che mettersi comodi e lasciarsi conquistare da uno di questi tre film magari dopo una giornata particolarmente pesante.

Lascia un commento