C’è un cambio decisamente importante, che bisogna comunicare al più presto, qualora venisse fatto, al datore di lavoro: un noto avvocato spiega di cosa si tratta e per quale motivo si potrebbe rischiare anche il posto.
Ogni qual volta si cambia casa, i cittadini possono comunicare il cambio di residenza o il cambio di domicilio al Comune in cui si ha la nuova residenza, o il nuovo domicilio. Questa comunicazione verrà presentata attraverso una dichiarazione all’ufficio Anagrafe, in cui si comunica il nuovo indirizzo. L’ufficio Anagrafe del Comune è il primo ufficio a cui si deve comunicare tale cambio, per rendere ufficiale lo stesso. Non è, però, l’unico: la modifica, in effetti, deve essere comunicata anche ad altri soggetti. Il cambio di dimore deve, per esempio, essere comunicato ai fornitori di utenze, come quelle telefoniche, o di gas ed elettricità: c’è il bisogno, chiaramente, di disdire il contratto per l’abitazione precedente, e, nel caso, di riattivarlo per la nuova dimora.
È, altresì, fondamentale comunicare il cambio di residenza al proprio datore di lavoro. Come spiegato da Angelo Greco, noto avvocato italiano ed esperto di diritto, la comunicazione di questo cambio è fondamentale e non è un dettaglio di poco conto, per quanto lo possa sembrare. I motivi, per i quali questa comunicazione è importante, sono principalmente due.
Lavoro, il cambio di residenza deve essere subito comunicato al datore: ecco perché
Prima di tutto, bisogna comunicare il cambio di residenza per motivi di tipo fiscale. Un cambio di residenza può avere, ad esempio, effetti sul calcolo dell’Irpef, e può essere utile all’INPS – Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, per fini previdenziali. A proposito di INPS, è necessario comunicare il cambio di residenza, anche per le eventuali visite fiscali, in caso di malattia. Qualora tale cambio non fosse comunicato, in effetti, gli ispettori dell’INPS potrebbero fare una visita fiscale presso il vecchio domicilio, e potrebbero non trovare il dipendente in casa. Il dipendente rischierebbe, dunque, le sanzioni che rischiano coloro che non sono in casa durante le visite fiscali.
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Non solo: come spiega Angelo Greco, infatti, si potrebbe rischiare anche il posto. Il secondo motivo per il quale la comunicazione del cambio di residenza è importante, infatti, riguarda il licenziamento. Greco spiega che la Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, che ripete un vecchio orientamento, ha ribadito un principio importante. Tale principio è che, se il dipendente non comunica tempestivamente il cambio di residenza, il licenziamento o la lettera di contestazione disciplinare notificata al vecchio indirizzo si considerano comunque validi ed efficaci. Se la lettera inviata al vecchio indirizzo si considera ricevuta, quindi, da quel momento decorrono anche i termini per contestare il licenziamento. E, dunque, eventualmente, se questo è legittimo, i termini per ottenere il risarcimento del danno.
Dovere generale di buona fede
Questo perché, oltre all’obbligo previsto dai Contratti collettivi, esiste un dovere generale di buona fede. Tale dovere impone al lavoratore di tenere informato il datore di lavoro su eventuali cambiamenti, che potrebbero influire sul rapporto. In pratica, conclude l’avvocato, la legge presume che la comunicazione inviata al vecchio indirizzo sia stata regolarmente letta. Per evitare che ciò accada, il lavoratore dovrà dimostrare di non aver potuto conoscere questa legge, senza una sua colpa.