Emergenza abitativa, la storia del signor Pino, a rischio sfratto dopo una vita di sacrifici
L’emergenza abitativa in Italia rappresenta un problema sempre più pressante e difficile da ignorare, soprattutto in un contesto economico caratterizzato da una crescente instabilità. Negli ultimi anni, l’aumento degli affitti e delle utenze ha messo a dura prova molte famiglie, portando a un aumento significativo della precarietà abitativa. Si tratta di un fenomeno complesso che tocca trasversalmente diverse fasce della popolazione, coinvolgendo non solo le famiglie a basso reddito, ma anche lavoratori e giovani che lottano per affermarsi in un mercato del lavoro sempre più competitivo e spesso incerto. In particolare, l’aumento degli affitti si è fatto sentire in maniera più acuta nelle grandi città come Roma, Milano e Firenze, dove la domanda di abitazioni supera di gran lunga l’offerta.
Della tematica si è occupato È sempre Cartabianca, programma di inchieste giornalistiche e di attualità condotto da Bianca Berlinguer. Nel corso dell’ultima puntata, la storia di Pino, un uomo di 69 anni che ha lavorato tanti anni come scorta armata per il ministero della Giustizia. Oggi Pino, in pensione, vive nella periferia di Roma, in una delle case assegnate nel 2006 alle forze dell’ordine sul territorio comunale. “Questo doveva essere il momento del riposo, dopo 40 anni di tribolazione, perché non è stato un lavoro facile. Non solo ho perso magistrati che ho conosciuto, come il giudice Giovanni Falcone, ma anche tanti colleghi che non ci sono più. 42 anni dentro una macchina blindata. Servitore dello Stato: a dire la verità, adesso mi sento un servo dello stato, più che un servitore”.
Emergenza abitativa, la storia di Pino e sua moglie
Dopo aver vissuto 17 anni nell’alloggio che gli fu assegnato, Pino e sua moglie, insieme da 52 anni, hanno subito un aumento dell’affitto retroattivo comunale. Le morosità accumulate sono di 23mila euro, e ora la coppia è a rischio sfratto. “Mi sono fidato delle istituzioni: sapevo che entravo in un alloggio di edilizia residenziale pubblica, non per fare la fine che sto facendo”.
“Adesso ci buttano fuori di casa, e chissà dove andiamo. Se esco fuori da questa casa logicamente non so dove andare, in questo momento. Nè io né mia moglie, perché a settant’anni non abbiamo un altro alloggio nel comune di Roma, perché sennò neanche facevo tutta questa guerra, me ne ero andato via prima, punto. Non stavo a combattere per la casa. Adesso abbiamo questo bel nipotino, e tante volte dice: “Nonno vengo a casa tua”. Fino a quando ce l’abbiamo”, dice Pino. A questo punto l’uomo si commuove, e fa segno al cameraman di staccare la ripresa.