Secondo la psicologia ci sarebbero almeno 5 frasi che le persone disoneste ripetono di più: ecco quali sono e soprattutto come fare a riconoscerle.
Alcune persone, nel tentativo di manipolare o ingannare gli altri, utilizzano modi di esprimersi che tradiscono una certa mancanza di trasparenza. Questo linguaggio, spesso caratterizzato da schemi ripetitivi, può rivelare segnali utili per riconoscere una comunicazione non del tutto sincera. Di recente, grazie a studi approfonditi dalla psicologia, sono stati analizzati e identificati alcuni modelli di frasi ricorrenti che le persone poco oneste tendono a utilizzare con maggiore frequenza.
Le 5 frasi che ripetono le persone disoneste: il parere della psicologia
La manipolazione emotiva spesso avviene dietro le parole. Una delle frasi più comuni tra chi cerca di guadagnarsi la fiducia altrui in modo subdolo è “Te lo giuro su [qualcosa di importante]”. Dietro questa affermazione si cela spesso un tentativo di appoggiarsi a valori emotivi o sacri per consolidare la propria credibilità. Tuttavia, un eccesso di enfasi nel rafforzare le proprie parole potrebbe suggerire insicurezza o mancanza di verità. È come se l’onestà fosse sostituita da una rappresentazione teatrale per conquistare la fiducia. Un altro schema comune è rappresentato da frasi come “Non so perché non mi credi”. Questo approccio sposta abilmente il centro dell’attenzione: il problema non è più la verità dell’affermazione, ma la percezione di chi ascolta. La tecnica è simile a un gioco di specchi, dove il dubbio viene riflesso verso l’interlocutore invece di affrontare la questione in modo chiaro e diretto.
“Non è mai successo” è una frase che punta alla negazione assoluta, spesso usata per confondere le acque o evitare un confronto diretto. In molti casi, questa strategia si rivela particolarmente efficace quando i ricordi o i dettagli sono vaghi, rendendo difficile per chi ascolta distinguere tra realtà e manipolazione. La negazione diventa così uno strumento per sfuggire alla responsabilità senza dover fornire ulteriori spiegazioni. Quando si sente dire “Non è stata colpa mia, l’ha fatto qualcun altro”, è probabile che ci si trovi di fronte a una classica strategia di elusione. L’attribuzione della colpa a terzi o alle circostanze è una maniera per proteggersi dalle conseguenze delle proprie azioni. Questa frase non solo sminuisce la responsabilità personale, ma cerca anche di costruire un diversivo per spostare l’attenzione altrove.
“Stavo solo scherzando” è un’espressione spesso utilizzata per minimizzare l’impatto di un commento scomodo o per giustificare un’affermazione discutibile. Questo approccio è particolarmente efficace nel disinnescare eventuali critiche, lasciando intendere che l’intenzione non era seria. Tuttavia, può anche essere interpretato come un modo per evitare di affrontare le proprie responsabilità o per mascherare una bugia dietro il velo dell’umorismo. Sicuramente non è detto che chiunque pronunci queste frasi debba, in qualche modo, manipolare l’altro. Si tratta di semplici avvertimenti o comunque di modi di fare a cui prestare attenzione per avere sempre una relazione sana con un altro individuo e capire come approcciarsi anche agli altri.