Perché gennaio ci sembra così lungo? La spiegazione di un biotecnologo

Perché gennaio ci sembra più lungo degli altri mesi? Arriva la spiegazione di un biotecnologo e, dunque, scientifica. 

Ogni anno, al termine delle festività natalizie, ci ritroviamo a fare i conti con una sensazione comune: gennaio sembra non finire mai. La percezione che questo mese sia interminabile è talmente diffusa che ormai si è trasformata in una sorta di tormentone sui social. Ma cosa si nasconde dietro questa impressione? La risposta non è solo psicologica, ma anche biologica, e un biotecnologo aiuta a capirne di più.

Secondo la biotecnologa Azucena Martín, il primo responsabile di questa distorsione percettiva è proprio il mese di dicembre. Il periodo natalizio è caratterizzato da un susseguirsi di eventi, feste, regali e momenti di convivialità che stimolano il rilascio di dopamina, il neurotrasmettitore associato al piacere e alla ricompensa. Quando il nostro cervello sperimenta picchi di dopamina, il tempo sembra scorrere più velocemente.

Perché gennaio ci sembra più lungo degli altri mesi? La spiegazione scientifica

Gennaio, invece, si presenta come un brusco risveglio: le vacanze sono finite, il ritorno alla routine è inevitabile e l’entusiasmo delle festività lascia il posto alla stanchezza e all’incertezza per l’anno nuovo. L’assenza di quegli stimoli intensi rende il mese più lungo nella nostra percezione. Il cervello umano interpreta il tempo in base agli stimoli che riceve. Quando siamo coinvolti in attività piacevoli e stimolanti, il nostro cervello rilascia dopamina, che agisce come un acceleratore della nostra percezione temporale. In altre parole, quando ci divertiamo, il tempo vola.

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Calendario

Dicembre, con il suo carico di emozioni positive, ci sembra breve proprio per questo motivo. Al contrario, gennaio segna un drastico calo della produzione di dopamina: niente più luci scintillanti, pranzi abbondanti o momenti di festa. Questo rallentamento biochimico fa sì che il tempo sembri scorrere più lentamente, dandoci la sensazione che il mese non finisca mai. Un altro fattore che contribuisce alla percezione di un gennaio interminabile è legato alla sfera economica. Dopo le spese natalizie, molte persone si trovano ad affrontare il cosiddetto “blue January”, ovvero un periodo di ristrettezze finanziarie in attesa dello stipendio di fine mese. La tensione economica e l’ansia per l’anno appena iniziato possono contribuire a rendere gennaio più pesante e lungo del solito. Sorprendentemente, la percezione di un tempo più lento non si verifica solo nei momenti di noia o tristezza, ma anche in situazioni di paura.

Studi scientifici hanno dimostrato che guardare un film horror, per esempio, può dare l’impressione che il tempo scorra più lentamente. Questo accade perché il cervello, in condizioni di stress o incertezza, aumenta il livello di attenzione per affrontare meglio eventuali pericoli. Anche gennaio, con il suo carico di preoccupazioni per l’anno a venire, può generare un senso di incertezza che rallenta la percezione del tempo, rendendolo apparentemente più lungo. Infine, un aspetto interessante è il cosiddetto “effetto Mandela”: quando una convinzione collettiva si diffonde, finiamo per crederci anche noi. Se tutti ripetono che “gennaio è infinito”, il nostro cervello si adatta a questa narrazione e ci sembra di viverlo in modo ancora più prolungato.

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