Nel mondo frenetico di oggi, la capacità di svolgere più attività contemporaneamente è spesso vista come un’abilità da padroneggiare.
Si pensa che gestire diverse cose allo stesso tempo possa aumentare la produttività e farci risparmiare tempo. Ma è davvero così? La psicologia ha esaminato a lungo l’efficacia del multitasking, svelando risultati che potrebbero sorprendere. Diversi studi scientifici dimostrano che il multitasking non è così efficiente come si crede. Il professor David Meyer dell’Università del Michigan ha condotto ricerche approfondite sul tema, evidenziando che passare da un compito all’altro comporta un costo cognitivo. Ogni volta che si cambia attività, la mente impiega tempo per riorientarsi, causando una perdita di produttività. Questo fenomeno è legato a due processi: lo spostamento dell’obiettivo e l’attivazione delle regole. Prima bisogna decidere di passare a un nuovo compito, poi disattivare le istruzioni cognitive del precedente per attivare quelle del nuovo. Anche se questi passaggi richiedono solo pochi decimi di secondo, ripetuti nel tempo incidono in modo significativo sull’efficienza.
L’illusione dell’efficienza e i rischi per la salute
Nonostante le evidenze, molte persone continuano a credere che fare più cose insieme sia la scelta migliore. La professoressa Shalena Srna ha indagato questo aspetto, scoprendo un dato interessante: la percezione di fare multitasking può migliorare le prestazioni. I suoi esperimenti hanno mostrato che chi pensava di svolgere più compiti contemporaneamente otteneva risultati migliori rispetto a chi credeva di concentrarsi su una sola attività, pur affrontando lo stesso carico di lavoro. Questo suggerisce che a volte la motivazione e la convinzione possono influenzare la resa più della realtà dei fatti. Tuttavia, il multitasking non è privo di conseguenze negative, soprattutto sul benessere psicofisico. Un importante studio dell’Università della California ha rivelato che gestire più compiti contemporaneamente aumenta i livelli di stress e la frequenza cardiaca. In particolare, chi aveva accesso costante alle email viveva in uno stato di “massima allerta”, con una sensazione costante di urgenza e pressione. Al contrario, coloro che limitavano le interruzioni riportavano minori sintomi di stress e maggiore tranquillità durante la giornata.
Questi dati sono supportati anche dal dottor Paul Atchley, esperto di scienze cognitive, che ha sintetizzato anni di studi affermando che chi pratica abitualmente il multitasking tende a fare meno e a perdere informazioni importanti. Concentrarsi su un solo compito alla volta non solo permette di essere più efficienti, ma riduce anche il rischio di errori e dimenticanze. In conclusione, il multitasking non fa realmente risparmiare tempo. Anche se può dare l’impressione di essere più produttivi, la scienza dimostra il contrario. Passare rapidamente da un’attività all’altra rallenta i processi mentali e aumenta lo stress. In alcuni casi, la sola convinzione di essere multitasking può migliorare la motivazione, ma questo effetto è limitato e non compensa le perdite cognitive reali. Focalizzarsi su un compito alla volta resta la strategia più efficace per ottenere risultati migliori e preservare il proprio benessere.