Mostrarsi in modo diverso sui social rispetto a come si è nella vita di tutti i giorni, per quale motivo? La psicologia ha spiegato questo concetto, ecco tutti i dettagli da scoprire.
Siamo ormai completamente immersi nel mondo social. La nostra percezione tra reale e virtuale si confonde di continuo. Pubblicare una foto, scrivere un commento o condividere un’opinione sono azioni quotidiane per milioni di persone. Ma qualcosa cambia. Online, il nostro comportamento è spesso diverso da quello della vita reale. Ci capita di conoscere una persona in chat e di scoprirla completamente diversa, quando la si conosce da vicino. I motivi sono molteplici e, una volta analizzati, diventerà più semplice fare chiarezza su ciò che riguarda le nostre abitudini quotidiane.
Diversi esperti di psicologia hanno analizzato il fenomeno della rappresentazione di sé sui social media, evidenziando come possa differire da quella nella vita reale. Tra i contributi più rilevanti in questo campo spicca il modello a due fattori sviluppato da Nadkarni e Hofmann. Questo modello sostiene che l’utilizzo dei social media sia guidato principalmente da due esigenze fondamentali: il bisogno di appartenenza e il bisogno di auto-presentazione. Il modello di Nadkarni e Hofmann evidenzia come le piattaforme di social media offrano maggiori opportunità di auto-presentazione strategica rispetto alle interazioni faccia a faccia, permettendo agli utenti di nascondere caratteristiche indesiderate e mettere in risalto quelle desiderabili.
Per quale motivo sui social ci mostriamo diversi da come siamo davvero?
I social amplificano il confronto con gli altri. Il numero di like, commenti e condivisioni diventa un parametro di valore personale. Questo può aumentare l’insicurezza e creare una dipendenza dall’approvazione altrui. Più interazioni positive riceviamo, più ci sentiamo validati. Quando mancano, può emergere un senso di frustrazione o inadeguatezza. Secondo gli psicologi, il confronto sociale è un fenomeno naturale. Tuttavia, i social lo rendono costante e spesso distorto. Vediamo solo il lato positivo della vita degli altri, senza conoscere le difficoltà nascoste. Questo può farci sentire inferiori o insoddisfatti della nostra quotidianità. Molti social network si basano sull’immagine. Instagram, TikTok e Facebook promuovono la condivisione di foto e video che devono apparire perfetti. Filtri, pose studiate e ritocchi digitali sono diventati la norma. Questo crea un’illusione di perfezione difficile da sostenere. Il risultato? Maggiore ansia da prestazione. Le persone si sentono obbligate a mantenere un’immagine impeccabile. Il rischio è perdere autenticità e sviluppare una dipendenza dall’approvazione virtuale.
Ma quanto tutto questo sta alienando completamente le persone? Quello che c’è all’interno di una pagina Instagram, non può e non deve rappresentare al pieno una persona. Parlarsi e conoscersi dal vivo, deve continuare nel tempo, a confermarsi la scelta migliore. I social aiutano di sicuro ad accorciare le distanze e a permettere, a chi è più introverso, di poter avere un approccio più deciso. La cosa importante è non cadere nell’eccesso. Le varie piattaforme sono importanti strumenti d’incontro e socializzazione ma devono valorizzare una personalità e non togliere benefici. Mantenere un equilibrio tra realtà e mondo virtuale è essenziale per preservare il benessere psicologico. Apparire non deve diventare più importante dell’essere.