Sai distinguere la fame emotiva da quella reale? Riconoscere la differenza non è semplice. Dopo questa spiegazione però, riuscirai in modo più limpido, a capire le sensazioni del tuo corpo.
Mangiare per fame o per emozione? Molti di noi, almeno una volta, hanno ceduto a uno snack fuori pasto senza essere realmente affamati. Ma come distinguere la fame reale da quella emotiva? Non è assolutamente semplice, questo perché le due si fondono spesso e volentieri, confondendo la persona e le sue sensazioni. La fame reale nasce da un bisogno fisiologico. Il corpo segnala che ha bisogno di energia: lo stomaco brontola, si avverte un calo di energie, c’è una sensazione di vuoto. Qualsiasi cibo può soddisfarla, anche qualcosa di semplice e sano.
La fame emotiva, invece, è un bisogno mentale. Nasce da emozioni come stress, tristezza, ansia o noia. Si ha voglia di cibi specifici, spesso ricchi di zuccheri e grassi. Non si avverte un vero senso di fame, ma un desiderio improvviso di conforto. Quante volte hai sentito dire: “Ho mangiato per mancanza e carenza di coccole?” Capita spesso con i cibi dolci, un quadratino di cioccolato oltre a migliorare la tua fame, migliora anche l’umore. Esistono ad ogni modo, studi che hanno approfondito quanto la fame emotiva sia spesso centrale nelle giornate di una persona.
Ecco come distinguere la fame emotiva da quella reale: differenze e considerazioni
La fame emotiva, conosciuta anche come fame nervosa, è un meccanismo psicologico in cui il bisogno di mangiare non deriva da una reale necessità fisica, ma è innescato da stati d’animo. Questo fenomeno è spesso legato a emozioni come stress, noia, tristezza, solitudine o ansia, portando alla ricerca di determinati alimenti, generalmente ricchi di calorie, per ottenere un sollievo temporaneo dal disagio emotivo. Uno degli esperti che ha analizzato la relazione tra emozioni e alimentazione è stato Alexander Lowen. Psicologo statunitense noto per la sua teoria della bioenergetica. Secondo Lowen, il contrasto tra volontà e piacere può creare meccanismi di controllo che incidono sulle abitudini alimentari legate alle emozioni.
Un’altra prospettiva interessante è offerta dalle studiose Jennifer K. MacCormack e Kristen A. Lindquist. Queste ultime hanno approfondito il modo in cui la fame può essere interpretata come un’emozione negativa in alcuni contesti, condizionando così il comportamento e la percezione emotiva delle persone. Ma quali personalità sono più a rischio? Non tutti sperimentano la fame emotiva allo stesso modo. Alcune personalità sono più inclini a usare il cibo come valvola di sfogo. I perfezionisti tendono a essere molto esigenti con sé stessi. Quando qualcosa va storto, cercano conforto nel cibo. Gli ansiosi vivono di emozioni intense e il cibo diventa un rifugio per placare le tensioni. I solitari spesso mangiano per riempire un vuoto emotivo. I multitasking cronici non danno peso ai segnali del corpo e mangiano senza accorgersene.
Come non cadere nella trappola della fame emotiva: i consigli da mettere in pratica
Se hai improvvisamente voglia di un cibo specifico, prova a rimandare di dieci minuti. Spesso il desiderio sparisce da solo. A volte la disidratazione viene scambiata per fame. Bere acqua aiuta a capire se si ha davvero fame o se è solo un inganno. Annotare cosa e quando si mangia aiuta a identificare i momenti di fame emotiva. Se noti che mangi sempre dopo una giornata difficile, puoi trovare alternative più sane. Se senti di aver bisogno di conforto, prova a distrarti: una passeggiata, una telefonata o qualche esercizio di respirazione possono spezzare il meccanismo. Se la voglia di mangiare è irrefrenabile, opta per frutta secca o una tisana rilassante. La mancanza di sonno aumenta il desiderio di cibi calorici. Assicurati di riposare bene per non cadere nella fame emotiva. Evita di mangiare davanti alla TV o al computer. Concentrati sul pasto, mastica lentamente e ascolta i segnali di sazietà.