Perché Titanic ci emoziona ancora dopo 27 anni? La psicologia ha una teoria

Titanic continua a regalare al pubblico, emozioni e scene che incollano al piccolo schermo. Perché succede? Una teoria psicologica spiega i motivi scatenanti, ecco cosa devi sapere.

Ogni volta che Titanic viene trasmesso in tv, accade qualcosa di magico. Le persone si fermano, sospendono le loro attività e si lasciano rapire da una storia che conoscono a memoria. Eppure, anche dopo 27 anni, il film di James Cameron riesce a farci piangere, sorridere, sospirare. Come se fosse la prima volta. La nave affonda, Jack muore, Rose sopravvive. Lo sappiamo. Ma lo guardiamo lo stesso, col cuore stretto. Le emozioni provate sono uguali a quelle della prima volta. La storia d’amore tra i due protagonisti fa sognare ad occhi aperti. Un sentimento puro e autentico ma soprattutto, la voglia di lottare insieme, nonostante tutto e tutti.

Negli anni ad ogni modo, sono tanti i film romantici che hanno ottenuto un successo clamoroso. Nonostante questo però, Titanic non smette di appassionare milioni di persone. Perché? La psicologia ha provato a dare una risposta. Questa, contiene tutta la dolcezza che ci lega a questo capolavoro. In psicologia si parla di nostalgia emotiva anticipata. È un concetto che può sembrare complesso, ma descrive perfettamente ciò che accade quando scegliamo volontariamente di rivivere emozioni forti, anche dolorose, pur sapendo cosa ci aspetta.

Titanic fa sognare il pubblico a distanza di anni: ecco per quale motivo

Guardare Titanic significa accettare consapevolmente di attraversare un vortice emotivo: la passione travolgente tra Jack e Rose, la tensione dell’impatto con l’iceberg, il sacrificio finale, la struggente melodia di Celine Dion che accompagna i titoli di coda. Chi ama Titanic non cerca il finale felice. Cerca quelle emozioni, prova a rivivere una storia d’amore così potente da vincere il tempo, le classi sociali, la morte. E la memoria emotiva gioca un ruolo centrale: sappiamo già dove andremo a finire, ma proprio per questo ci sentiamo al sicuro nel dolore. Le lacrime arrivano puntuali, ma senza spaventarci. È una sofferenza nota, che conosciamo e che in fondo vogliamo. Un altro aspetto affascinante viene da una teoria chiamata mere exposure effect. Secondo questo principio, più veniamo esposti a un determinato stimolo, più tendiamo ad apprezzarlo. Ma nel caso di Titanic succede qualcosa di ancora più profondo. Non ci limitiamo ad apprezzarlo. Lo interiorizziamo. Lo rendiamo parte di noi.

Titanic non smette di emozionare il pubblico
Titanic non smette di emozionare il pubblico

Ogni scena, ogni battuta, come: “Se tu salti, io salto”, ogni sguardo tra i protagonisti diventa una piccola ancora affettiva. E quando lo rivediamo, queste ancore si attivano come interruttori, risvegliando ricordi personali legati alla nostra prima visione del film. Alcuni lo hanno visto da adolescenti, quando credevano che l’amore potesse davvero salvare tutto. Altri lo hanno riscoperto da adulti, portando con sé un bagaglio di esperienze che rende il film ancora più toccante. Quante persone adorano immergersi nei film romantici, per poter sognare attraverso le storie d’amore mostrate sullo schermo? Il sentimento tra Jack e Rose continua negli anni ad essere ricordato e preso come esempio, in moltissime conversazioni. Il famoso e indimenticabile gesto del protagonista, per la sua amata, è la prova d’amore più grande si possa fare.

Ecco perché Titanic è un costante successo: la teoria dell’effetto di mera esposizione

La teoria dell’effetto di mera esposizione è un concetto psicologico secondo cui tendiamo a sviluppare una preferenza per persone, storie o idee semplicemente perché li incontriamo più volte. Questo fenomeno è stato formalmente descritto dallo psicologo sociale Robert Zajonc nel 1968, anche se intuizioni simili erano già state avanzate nel XIX secolo da studiosi come Gustav Fechner. L’effetto si basa sull’idea che la familiarità favorisca l’apprezzamento. In altre parole, più un determinato stimolo ci è familiare, più ci sentiamo positivamente predisposti nei suoi confronti. Questo comportamento ha una spiegazione anche dal punto di vista evolutivo: ciò che conosciamo viene percepito come sicuro, mentre ciò che ci è estraneo può essere potenzialmente pericoloso. Ma come funziona? L’effetto si manifesta quando una persona entra più volte in contatto con lo stesso stimolo, anche se in modo breve o senza prestare particolare attenzione. Inoltre, di fronte a un’alternativa sconosciuta, si tende a scegliere ciò che già si conosce. Questo vale non solo per oggetti e persone, ma anche per suoni, idee e in questo caso, per i film di grande successo, come Titanic.

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