Sono tante le persone che si preoccupano molto del proprio aspetto. Spesso non si tratta solo di vanità, la spiegazione psicologica fa chiarezza anche su altri aspetti personali.
Ci guardiamo allo specchio ogni mattina, ci sistemiamo i capelli e scegliamo con cura cosa indossare. Lo facciamo quasi senza pensarci. Ma cosa succede quando l’immagine che riflettiamo diventa più importante di tutto il resto? Sempre più persone oggi danno un peso enorme all’aspetto fisico. Molto più che alla salute mentale, alla crescita personale o alle relazioni profonde. Non è solo una questione di vanità. Dietro c’è qualcosa di più radicato, più profondo. Qualcosa che la psicologia ha iniziato a osservare da vicino. Secondo alcuni studi, molte persone costruiscono la propria identità partendo da ciò che vedono gli altri. È un meccanismo chiamato mirror self, o sé speculare. In pratica, iniziamo a considerarci “degni” solo se lo siamo anche agli occhi degli altri. E quale modo più immediato per essere visti, apprezzati e validati, se non apparire belli?
Ciò che pensano gli altri finisce per diventare più importante di ciò che desideriamo noi. I social hanno poi amplificato il tutto, mostrarsi sempre perfetti e in linea con quello che funziona oggi, è per molti, una vera e propria priorità. Nel tempo non siamo più semplici individui: siamo profili, immagini, vetrine. E quando la nostra autostima dipende da “quanto piacciamo” fuori. Curare ossessivamente l’aspetto fisico può anche essere un modo per gestire l’ansia. Quando il mondo intorno è incerto, quando la vita ci sfugge di mano, il corpo diventa l’unica cosa che possiamo (o pensiamo di poter) controllare. Ecco perché, in momenti di forte stress, alcune persone iniziano a cambiare il modo in cui mangiano, si allenano fino allo sfinimento, passano ore a scegliere un outfit. Il corpo diventa il campo di battaglia su cui si combattono insicurezze profonde. Non si tratta solo di insoddisfazione estetica. Si tratta di paure interiori che non trovano altro sfogo.
Perché ci preoccupiamo così tanto del nostro aspetto? La spiegazione psicologica
Il bisogno di perfezione, in questo senso, diventa una difesa. Una barriera invisibile contro il senso di inadeguatezza, di fallimento, di non essere mai “abbastanza”. Ma c’è di più. Secondo alcuni psicologi, l’attenzione eccessiva all’estetica può essere il sintomo di una ferita più profonda: la perdita del senso di autenticità. Quando da piccoli non ci siamo sentiti visti per ciò che eravamo, impariamo presto che per ottenere amore e approvazione dobbiamo “mostrarci” in un certo modo. Diventiamo bravi, belli ma non spontanei. Da adulti, continuiamo a portare quella maschera e la curiamo con ossessione. Come se, in fondo, temessimo che smettendo di apparire perfetti verremo dimenticati, ignorati, non amati. Il corpo diventa un mezzo per cercare valore. Ma anche un contenitore di vergogna.
Ogni imperfezione è una colpa e ogni difetto rappresenta una minaccia, un modo per sentirsi meno degli altri. Tutto questo gioca anche un fattore cruciale in quelli che sono i rapporti interpersonali. Non sentirsi completamente a proprio agio con se stessi e con gli altri, spinge le persone a non sentirti parte integrante di qualcosa. È facile giudicare chi si preoccupa troppo dell’estetica. Ma spesso si tratta di persone fragili. Di personalità che non si sentono mai abbastanza sicure di sé. La buona notizia è che se tutto questo ti riguarda, puoi farci qualcosa. La psicologia non giudica, ma offre strumenti. Il primo passo è riconoscere il legame tra l’immagine esteriore e il bisogno interiore di sentirsi amati. Una cosa è ad ogni modo certa, essere belli è piacevole, ma essere autentici è liberatorio.
Cosa alimenta un’ossessione per l’aspetto esteriore? Lo studio sul disturbo da Dismorfismo Corporeo
Numerose ricerche hanno analizzato l’eccessiva attenzione rivolta all’aspetto fisico, spesso associata a disturbi psicologici come il Disturbo da Dismorfismo Corporeo (BDD). Si tratta di una condizione in cui la persona sviluppa una fissazione per imperfezioni fisiche minime o addirittura inesistenti, mettendo in atto comportamenti ripetitivi come guardarsi continuamente allo specchio, usare in modo esagerato prodotti cosmetici o ricorrere frequentemente a trattamenti estetici. Ma cosa alimenta questa ossessione? Pressioni culturali e sociali: I modelli di bellezza proposti dai media e dalla società spesso sono irraggiungibili, e questo può portare le persone a confrontarsi negativamente con tali standard, generando insicurezze e pensieri ossessivi sull’aspetto. Tendenze perfezionistiche e narcisistiche: Chi tende al perfezionismo può puntare a una bellezza ideale e inarrivabile, focalizzandosi solo sui propri difetti e sviluppando una visione distorta di sé. Insicurezze profonde e disagio emotivo: In certi casi, la cura ossessiva del proprio aspetto è un modo per nascondere vulnerabilità interiori, cercando di rafforzare l’autostima attraverso l’immagine esterna. Impatto dei social network: L’esposizione continua a foto ritoccate o altamente curate sui social può far crescere la pressione di apparire sempre perfetti, favorendo l’insorgere di un disagio legato alla percezione della propria immagine.