La gestione del denaro non dipende solo da quanto guadagniamo o da quanto spendiamo. In realtà, rivela molto di più di quanto immaginiamo.
Secondo numerosi studi psicologici, i nostri tratti di personalità influenzano profondamente il modo in cui prendiamo decisioni economiche, affrontiamo il rischio e pianifichiamo il futuro. Il professor Enrico Maria Cervellati ha identificato quattro principali “tipi di investitori comportamentali”. Ognuno di questi profili riflette atteggiamenti diversi verso il denaro. C’è chi tende ad accumulare, chi preferisce proteggere ciò che ha, chi cerca indipendenza e chi si affida ai consigli altrui. In tutti i casi, la base comune è sempre la personalità: il nostro modo di pensare, reagire e percepire la sicurezza.
Tratti psicologici che influenzano le scelte economiche
Anche se non tutti abbiamo la stessa educazione finanziaria, è la mente a giocare il ruolo decisivo. La dottoressa Jean Kristeller, con il suo programma MB-EAT (creato in origine per la gestione dell’alimentazione), ha dimostrato che la consapevolezza può migliorare i nostri comportamenti quotidiani. Questo vale anche quando si tratta di spese, risparmi o investimenti. Essere presenti e consapevoli nel momento in cui si prendono decisioni economiche aiuta a evitare scelte impulsive. Spesso, quando acquistiamo qualcosa, non lo facciamo per reale necessità ma per rispondere a emozioni momentanee. La consapevolezza, in questo senso, diventa uno strumento utile per riconoscere le motivazioni reali dietro ogni decisione. Anche il legame tra emozioni e denaro è stato ampiamente studiato. Gli esperimenti condotti da Vohs, Mead e Goode nel 2008 hanno dimostrato che la sola vista del denaro può attivare comportamenti più egoistici e aumentare il senso di controllo personale. Questo significa che, in certi casi, il denaro ci fa sentire più forti, ma può anche spingerci a isolarci dagli altri.
Rischio, attrattività e neuroscienze del denaro
Le decisioni finanziarie non sono mai neutrali. In molti casi, rispecchiano la nostra tolleranza al rischio e la fiducia in noi stessi. Beatrice Delle Fratte, ad esempio, ha descritto il profilo dell’“Intraprendente”: una personalità che si distingue per audacia, voglia di autonomia e desiderio di cogliere nuove opportunità. Chi possiede questi tratti tende a prendere decisioni più coraggiose. Al contrario, chi è più prudente o ha una bassa autostima può preferire scelte più conservative, anche a costo di rinunciare a potenziali guadagni. C’è poi un aspetto affascinante legato alle neuroscienze. Knutson e colleghi hanno dimostrato che il cervello reagisce al denaro come se fosse una fonte di piacere immediato, attivando le stesse aree associate alla ricompensa e alla dipendenza. Quando spendiamo o guadagniamo, sentiamo letteralmente una scarica di dopamina. Questo spiega perché è così difficile prendere decisioni razionali quando sono in gioco soldi.
Infine, lo studio pubblicato su Appetite mostra che anche la percezione dell’attrattività influisce sulle scelte finanziarie durante le interazioni sociali. Chi si sente più attraente tende a volere che l’altro paghi. Gli uomini preferiscono offrire alle donne che trovano belle, mentre molte donne si aspettano che l’uomo attraente sia anche generoso. Anche qui, personalità e immagine si intrecciano. In conclusione, non esiste un solo modo giusto di gestire il denaro. Ciò che funziona per uno può essere inadatto per un altro, perché ogni scelta finanziaria nasce da una miscela unica di tratti psicologici, esperienze passate ed emozioni.
Comprendere come la nostra personalità influenza le decisioni economiche può aiutarci a sviluppare una relazione più sana con il denaro. Possiamo imparare a riconoscere i nostri schemi abituali e, se necessario, modificarli per raggiungere una maggiore stabilità e serenità. Alla fine, il denaro è solo uno strumento. Il modo in cui lo usiamo racconta molto della persona che siamo. E forse, proprio da qui, possiamo partire per migliorarci davvero.