Nel dibattito sull’uso del trucco e autostima, una domanda emerge spesso: chi non si trucca mai ha davvero più fiducia in sé?
La risposta, secondo diversi studi in ambito psicologico, non è affatto scontata. Il trucco, infatti, non è solo una scelta estetica: può essere uno strumento di espressione personale, ma anche un mezzo per cercare accettazione. Tutto dipende dalle motivazioni che spingono a usarlo (o a non usarlo). Secondo una ricerca pubblicata su PLOS One e condotta da Anthonieta Looman Mafra e colleghi, chi ha un’autostima generale più alta tende a investire meno denaro in prodotti di bellezza. Al contrario, chi ha un’autostima sociale più elevata, ossia legata a come si percepisce nel gruppo, spesso spende di più per truccarsi. Questo dato ci porta a una riflessione importante: non è l’assenza o la presenza del trucco in sé a indicare una maggiore fiducia in se stessi, ma il perché si sceglie di usarlo o meno.
Quando il trucco diventa una “maschera” e quando no
Una teoria interessante è quella dell’auto-oggettivazione, studiata da Fredrickson e Roberts. Secondo i due studiosi, truccarsi può, in certi casi, essere associato al guardarsi con gli occhi degli altri. Questo fenomeno, se portato all’estremo, può ridurre l’autostima intrinseca, cioè quella legata al valore personale indipendentemente dallo sguardo esterno. In altre parole, se ci si sente bene solo dopo essersi truccati, potrebbe esserci una fragilità di fondo da non sottovalutare. D’altra parte, il trucco può essere anche un modo per sentirsi più sicuri e per prendere controllo della propria immagine. Kalika Shekhawat ha spiegato come truccarsi possa dare una spinta alla fiducia, ma allo stesso tempo ha sottolineato che può anche servire a nascondere insicurezze, specialmente quando viene vissuto come indispensabile. Se il trucco diventa una condizione per accettarsi, allora il rischio è che l’autostima venga legata a qualcosa di esterno e instabile. In questo senso, chi decide di uscire di casa senza trucco e si sente comunque a proprio agio, potrebbe dimostrare una maggiore accettazione di sé. Ma non è una regola fissa: ci sono persone che si truccano con piacere e leggerezza, senza che questo intacchi la propria autostima.
Autenticità, cultura e libertà di scegliere
Il discorso si complica ulteriormente quando si considera il contesto culturale. Viviamo in una società che dà enorme peso all’aspetto esteriore. Questo crea una pressione, soprattutto sulle donne, a conformarsi a certi standard. Non truccarsi, in questo scenario, può essere una forma di ribellione o di affermazione della propria identità. È come dire: “Mi mostro per come sono, senza filtri”. In questi casi, la scelta di non truccarsi può riflettere una forte autostima, radicata nell’accettazione del proprio volto, delle imperfezioni e della naturalezza. Al tempo stesso, il trucco può essere vissuto come un gesto creativo, un modo per giocare con la propria immagine. In alcuni contesti, è addirittura un rituale positivo, capace di generare energia e buonumore. Come dimostrano alcune ricerche nel campo della psicologia della bellezza, l’effetto benefico del trucco può essere reale, ma spesso è temporaneo e dipende da come ci sentiamo dentro.
Alla fine, più che chiedersi chi ha più autostima tra chi si trucca e chi no, ha senso riflettere sul rapporto che ognuno ha con sé stesso. Se il trucco è una scelta libera, non condizionata da ansia o bisogno di approvazione, non c’è nulla di male. Ma se non possiamo fare a meno di truccarci per sentirci accettati, allora è lì che vale la pena ascoltarsi più in profondità.
La vera autostima non si misura dallo specchio, ma dal nostro benessere interiore, dal sentirsi all’altezza indipendentemente dal giudizio esterno. Che si scelga di truccarsi o meno, ciò che conta è farlo con consapevolezza e libertà.