This Is Us ci fa piangere perché ci somiglia: cosa dice la psicologia

This Is Us ha appassionato milioni di persone. La serie emoziona perché permette a tutti di potersi rispecchiare nelle varie storie. Ecco la spiegazione psicologica che devi assolutamente conoscere.

Chi ha seguito This Is Us lo sa: ogni episodio è un colpo al cuore. Le lacrime arrivano puntuali, ma non per effetto di forzature o colpi di scena esasperati. La commozione nasce da qualcosa di più profondo e autentico. La sensazione, quasi sconvolgente, di rivedere sé stessi nei personaggi della famiglia Pearson. Ma cosa accade nella nostra mente quando una serie riesce a scavare dentro di noi in modo tanto potente? La risposta ce la offre la psicologia, che ci aiuta a capire perché This Is Us non è solo una serie di successo, ma un vero e proprio specchio emotivo collettivo. Sei stagioni, di grandissimo successo hanno incollato i fan allo schermo.

Le tematiche affrontate nella serie consentono ai fan di potersi confrontare con momenti e colpi di scena. L’emozione provata è per questo più autentica di quello che si pensa. Secondo gli psicologi, ci emozioniamo davvero solo quando sentiamo che ciò che vediamo ci riguarda. L’identificazione con i personaggi è la chiave. In This Is Us, ognuno di noi trova qualcosa in cui rispecchiarsi. Chi ha vissuto un lutto improvviso si riconosce nel dolore di Rebecca, chi lotta ogni giorno contro le insicurezze si ritrova in Kate, chi cerca di essere un padre migliore rispetto a quello che ha avuto, si vede in Randall. Ogni personaggio è costruito con una delicatezza narrativa tale da restituire la complessità umana nella sua forma più vera, priva di cliché.

This Is Us, il potere dell’identificazione emotiva: la spiegazione psicologica

Non è un caso che la psicologia narrativa parli di “empatia estetica”, un concetto che descrive la nostra capacità di entrare in sintonia con storie finzionali al punto da viverle come reali. Il cervello, quando assiste a un’emozione autenticamente rappresentata, attiva gli stessi circuiti neurali che impiegherebbe se quell’esperienza la stessimo vivendo davvero. In poche parole, quando Randall ha un attacco di panico, anche noi ci sentiamo mancare l’aria. Quando Jack abbraccia i figli, sentiamo il calore di un affetto che magari abbiamo perso o che non abbiamo mai avuto. E piangiamo, non perché è triste, ma perché è vero. Un altro elemento geniale di This Is Us è la sua narrazione non lineare. Salti temporali, flashback e flashforward creano un mosaico emotivo che richiama il modo in cui funziona la nostra mente.

This Is Us emoziona perché ci rappresenta
This Is Us emoziona perché ci rappresenta

La psicologia cognitiva definisce questo meccanismo “memoria episodica”: una raccolta disordinata ma vivida di momenti significativi. This Is Us riproduce esattamente questo processo, costruendo un racconto che non ci guida ma ci accompagna, costringendoci a ricostruire la storia esattamente come faremmo con la nostra vita. Questo approccio attiva la nostra attenzione in modo profondo e ci coinvolge emotivamente con una forza quasi terapeutica. Il cuore pulsante di This Is Us è la famiglia, non quella perfetta da pubblicità, ma quella reale, piena di crepe, silenzi, affetti contraddittori. La serie ci ricorda che nelle dinamiche familiari si annidano sia le ferite più profonde che le guarigioni più inattese. E qui la psicologia relazionale ha molto da dire. Ogni membro della famiglia Pearson incarna un archetipo relazionale: Jack, il padre idealizzato; Rebecca, la madre che cerca di tenere tutto insieme; Randall, il figlio che vuole sempre essere all’altezza; Kevin, quello che cerca amore nei posti sbagliati; Kate, la figlia che lotta con il proprio corpo e il senso di autostima. Questi ruoli ci parlano perché sono comuni, universali, ma mai banali. Ognuno di noi ha vissuto almeno uno di questi conflitti, o li ha osservati da vicino in chi ci sta accanto.

This Is Us, il motivo che spinge il pubblico ad emozionarsi così tanto: lo studio condotto da Perse e Rubin

Uno studio di grande rilievo che ha indagato il motivo per cui le serie ispirate a storie vere riescono a toccarci nel profondo è quello realizzato da Perse e Rubin nel 1989, dal titolo “Attribution in social and parasocial relationships”. La ricerca ha messo in luce che gli spettatori tendono a valutare i personaggi delle serie TV, anche se fittizi, con lo stesso coinvolgimento emotivo e gli stessi criteri con cui giudicano le persone reali della propria vita quotidiana. Secondo gli autori, ci identifichiamo facilmente con le emozioni, le esperienze e gli obiettivi dei personaggi, instaurando con loro un legame che somiglia molto a una vera amicizia. Questo processo empatico può diventare così intenso da farci provare gioia o dolore insieme a loro. Lo studio ha inoltre sottolineato che questo tipo di coinvolgimento è particolarmente forte nel caso delle serie TV, più che in altri formati televisivi. Il motivo? Le serie, grazie alla loro continuità e alla ricchezza di dettagli emotivi, permettono di costruire nel tempo un rapporto profondo con i personaggi.

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