Perché molte persone finiscono per addormentarsi davanti alla tv? Secondo la psicologia, sono molteplici i fattori, ecco la spiegazione che finalmente risponderà a tutte le tue domande.
Capita a molti, si accende la televisione con l’intenzione di rilassarsi, magari dopo una giornata intensa, si sceglie con cura il film da guardare o si prosegue la visione di una serie che tiene incollati da settimane, ma dopo pochi minuti le palpebre iniziano a calare. La testa si inclina lentamente da un lato, la presa sul telecomando si allenta e, senza nemmeno rendersene conto, ci si addormenta davanti allo schermo. Il giorno dopo ci si sveglia confusi, forse infreddoliti, chiedendosi come sia stato possibile addormentarsi proprio durante una scena importante, proprio mentre si aspettava da giorni quel momento di puro intrattenimento.
La risposta più immediata è spesso: “Ero stanco”. E in parte è vero. Ma secondo la psicologia questo fenomeno nasconde motivazioni più profonde, che vanno oltre la semplice stanchezza fisica. Addormentarsi davanti alla televisione, anche quando si sta guardando qualcosa di appassionante, è un comportamento che può essere legato a diversi fattori psicologici ed emotivi. Leggendo tutti i dettagli e le curiosità, potrai finalmente scoprire per quale motivo, anche quando ci provi con tutto te stesso, finisci per addormentarti davanti alla scena più attesa della settimana.
Addormentarsi davanti alla tv, non solo sonno: cosa rivela davvero questo gesto?
Secondo alcuni psicologi, addormentarsi davanti alla televisione può essere anche una forma di fuga, un modo per evitare il confronto con se stessi. In un certo senso, il rumore di sottofondo dello schermo copre il silenzio che, altrimenti, potrebbe spingere a pensare, riflettere o affrontare emozioni difficili. Chi ha difficoltà a lasciarsi andare al sonno in una stanza silenziosa, per esempio, spesso dice di addormentarsi più facilmente con la TV accesa. Non si tratta solo di un aiuto per “spegnere il cervello”, ma anche di un modo per non restare soli con i propri pensieri. In altri casi, il fenomeno è collegato a una forma di “auto-calmante inconscio”. Guardare un film o una serie può attivare sensazioni rassicuranti, familiari, quasi infantili. Non a caso, molte persone tendono ad addormentarsi più facilmente davanti a contenuti che hanno già visto decine di volte. È come se il cervello si sentisse protetto in uno scenario già conosciuto.
Questo spiega anche perché alcuni adulti scelgono di tenere accesa la TV mentre si mettono a letto: non lo fanno per distrarsi, ma per sentirsi più sicuri. In moltissimi casi la televisione è una vera e propria compagnia. Non ci sono dubbi, i film e le serie che seguiamo, raccontano spesso storie e tematiche vicinissime alla nostra routine. Tutto questo spinge le persone a sentirsi parte di un gruppo, a rispecchiarsi in ciò che si guarda. Un altro aspetto curioso inoltre, è che spesso ci si addormenta proprio quando si decide di rilassarsi. Dopo una cena abbondante, con le luci soffuse, lo schermo diventa uno sfondo ipnotico. Il mix tra immagini in movimento, suoni regolari e posizione comoda favorisce un rilassamento progressivo, che il cervello interpreta come un segnale per avviare la fase di addormentamento.
Addormentarsi davanti alla tv fa davvero bene? Lo studio psicologico risponde alla domanda
Un team di ricerca dell’Università di Salisburgo ha condotto uno studio, pubblicato sul Journal of Neuroscience, per capire come mai addormentarsi con la televisione accesa possa compromettere la qualità del sonno. Monitorando l’attività cerebrale di 17 adulti mentre dormivano, gli scienziati hanno scoperto che il cervello reagisce in modo diverso alle voci sconosciute, come quelle provenienti dalla TV rispetto a quelle familiari. In particolare, le voci non riconosciute attivano un numero maggiore di cosiddetti “complessi K”, onde cerebrali legate all’elaborazione di stimoli esterni, che mantengono il cervello in uno stato di vigilanza, interferendo con il riposo notturno. Tuttavia, con il trascorrere delle ore, questa reazione si riduce, segnalando una possibile capacità del cervello di adattarsi o apprendere anche durante il sonno.