Come mai c’è chi mette una pallina da tennis nella lavatrice? Ecco perché dovresti farlo anche tu

Negli ultimi anni, un piccolo oggetto ha iniziato a far parlare di sé nel mondo delle pulizie domestiche: la pallina da tennis in lavatrice.

Potrebbe sembrare una trovata curiosa, magari un errore, ma chi ha provato questo trucco assicura che funziona davvero. Non si tratta solo di una moda passeggera: c’è una logica ben precisa dietro a questa scelta. E, soprattutto, ci sono benefici reali che possiamo ottenere a ogni lavaggio.

A cosa serve davvero la pallina da tennis

Quando mettiamo una pallina da tennis nel cestello della lavatrice, non stiamo solo aggiungendo un elemento “strano” al bucato. Il suo movimento costante tra i capi favorisce una migliore distribuzione dell’acqua e del detersivo, aiutando il lavaggio a penetrare in profondità nei tessuti. Questo significa che i vestiti escono non solo più puliti, ma anche più morbidi, e in molti casi è possibile ridurre la quantità di detersivo utilizzata, oltre alla temperatura dell’acqua. Una buona notizia per l’ambiente e per la bolletta. L’effetto è ancora più evidente quando si lavano piumoni, coperte o capi imbottiti. In questi casi, la pallina rompe gli accumuli di imbottitura e mantiene la forma originale del tessuto, evitando che si creino grumi o zone bagnate difficili da asciugare. In fase di asciugatura, poi, le palline da tennis separano i capi e migliorano la circolazione dell’aria, velocizzando i tempi e riducendo il consumo energetico.

Quando conviene davvero usarla (e come farlo al meglio)

Anche se l’idea è semplice, ci sono delle accortezze da tenere a mente per evitare inconvenienti. Non tutte le palline da tennis sono adatte. Quelle usate in campo, ad esempio, possono contenere polvere, terra o residui chimici, che rischiano di finire sui nostri capi. Meglio optare per palline nuove o, ancora meglio, per quelle specifiche vendute proprio per uso domestico. Una buona pratica è inserirle all’interno di un calzino di cotone o in una federa leggera: in questo modo si evita che la superficie ruvida della pallina possa lasciare segni, soprattutto sui capi chiari. Inoltre, questo piccolo accorgimento riduce anche il rischio di cattivi odori, che possono emergere se la pallina viene esposta a temperature molto alte.

Un’altra cosa da sapere è che il rumore può essere fastidioso: le palline, durante la centrifuga, rimbalzano contro le pareti del cestello, producendo un suono secco e ripetitivo. Se si lava di notte o in un appartamento con pareti sottili, è meglio tenerne conto. Molti esperti di pulizie e sostenibilità domestica lo consigliano come metodo pratico per aumentare l’efficacia del lavaggio e abbattere i consumi, senza dover ricorrere a soluzioni costose o chimiche.

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Non tutte le palline da tennis sono adatte. Meglio optare per palline nuove o, ancora meglio, per quelle specifiche vendute proprio per uso domestico.

Nel nostro piccolo, possiamo sperimentare: una lavatrice con due palline da tennis (pulite, ovviamente) può già dare risultati visibili. E magari, col tempo, diventare un’abitudine. In fondo, basta così poco per fare la differenza. E quando un gesto semplice ci permette di risparmiare, inquinare meno e ottenere capi più puliti, forse vale davvero la pena inserirlo nella nostra routine. Un trucco da provare già al prossimo bucato.

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