Molte persone odiano festeggiare il proprio compleanno, per quale motivo? La risposta arriva dalla psicologia e risponde a questa curiosa domanda. Ecco i motivi e le soluzioni da mettere in pratica.
Il compleanno, nella cultura occidentale, è spesso raccontato come una festa carica di emozioni positive. Una giornata tutta per sé, in cui ricevere messaggi, auguri, regali, attenzioni. Il momento in cui le persone che fanno parte della nostra vita si fermano per dire: “Ti penso, oggi sei importante”. È una delle rare occasioni in cui si è autorizzati, socialmente e affettivamente, a stare al centro dell’attenzione senza sentirsi in colpa. C’è chi ama tutto questo, e anzi lo aspetta per mesi. C’è chi inizia a contare i giorni con entusiasmo, a organizzare cene, sorprese, serate memorabili. Ma poi c’è anche l’altra faccia di questa giornata così idealizzata. Ci sono persone che vivono il proprio compleanno con un senso di disagio profondo, che sperano passi in fretta, che preferirebbero svegliarsi e scoprire che è un giorno come un altro. Persone che, pur circondate da affetto, sentono crescere un malessere difficile da spiegare. La maggior parte di queste persone di solito, preferisce non organizzare grandi feste e serate che possano enfatizzare il tutto.
Dal punto di vista psicologico, il modo in cui si vive il giorno del proprio compleanno dice molto di come ci percepiamo, del nostro rapporto con gli altri e di quanto ci sentiamo a nostro agio nel ricevere affetto esplicito. Alcune persone provano un’autentica difficoltà a tollerare le luci puntate su di sé, anche solo per poche ore. Non si tratta necessariamente di timidezza, ma di un senso di imbarazzo legato all’idea di essere “osservati” o, peggio, giudicati. Anche i festeggiamenti più sinceri, in questi casi, possono sembrare forzati, quasi invasivi. Questo accade perché il compleanno, più che un giorno di festa, diventa per alcuni uno specchio. Un momento in cui si fanno i conti con aspettative, insicurezze, ferite del passato. Inevitabilmente durante questa giornata, si fanno bilanci e considerazioni importanti.
Non tutti vogliono essere celebrati, e spesso dietro c’è molto più di quel che sembra
Per molti inoltre, durante il giorno del proprio compleanno si enfatizzano mancanze e assenze che, ritornano nel proprio cuore e nella propria mente, in modo determinante. Questa giornata può essere paragonata al Natale, momento in cui chi non c’è più, ci manca più di tutti gli altri giorni. l rifiuto del proprio compleanno può anche derivare da esperienze negative. Magari c’è stato un compleanno rovinato da un litigio, un’assenza dolorosa, un abbandono. In altri casi, l’origine è ancora più profonda: un’infanzia in cui i compleanni non venivano festeggiati, oppure venivano vissuti con tensione. C’è poi un altro elemento cruciale: il passare del tempo. Per molti, il compleanno è un potente promemoria di ciò che non si è ancora realizzato. Ogni anno che passa può sembrare una tappa mancata, un traguardo non raggiunto, un peso sulle spalle.
Le domande si fanno insistenti: “Cosa ho costruito finora?” Questo tipo di riflessione, se non è accompagnata da un senso di autocompassione o consapevolezza, può trasformare il compleanno in una giornata di bilanci amari, più che di celebrazione. Chi fatica ad affrontare il proprio compleanno può iniziare da piccoli cambiamenti. Il primo passo è accettare che quel disagio ha un’origine e un significato. Altri trovano beneficio nel cambiare prospettiva. Anziché pensare a ciò che manca, si può provare a concentrarsi su ciò che è stato costruito. Non tutti i compleanni devono essere uguali. Non devono somigliare alle feste patinate dei social, né alle aspettative degli altri. Devono semplicemente riflettere chi siamo in quel momento della vita. Se si inizia a pensare alla giornata del proprio compleanno, cambiando completamente punto di vista, sarà di sicuro più bella e attesa.
Perché molti odiano il giorno del compleanno: lo studio della dottoressa Barbara Montesi
Non tutti aspettano con ansia il giorno del compleanno. Per alcune persone, anzi, è una ricorrenza che genera malessere, malinconia o addirittura fastidio. La dottoressa Barbara Montesi, esperta di psicologia, ha spiegato perché succede. Secondo la studiosa, il compleanno non è solo una festa, ma anche un momento di bilancio personale. Spesso innesca riflessioni profonde: “Ho raggiunto i miei obiettivi?”, “Sono felice di dove sono arrivato?”, “Quanti anni ho ancora davanti per cambiare le cose?”. Questo tipo di domande può risvegliare insicurezze, rimpianti e aspettative deluse. In alcuni casi, il compleanno riporta alla mente ricordi difficili legati all’infanzia o mette in evidenza perdite recenti, come l’assenza di persone care con cui si condividevano quei momenti. Inoltre, viviamo in una società che esalta la giovinezza, la bellezza e la produttività: ogni anno che passa può sembrare un passo indietro rispetto a questi ideali.