Cosa significa se ti penti sempre delle decisioni prese, secondo la psicologia

Molte persone si pentono subito dopo aver preso una decisione, per quale motivo succede? Secondo la psicologia, sono queste le cause e i fattori che scatenano questo atteggiamento.

Ci sono persone che vivono ogni scelta come un bivio angosciante. Che si tratti di accettare una proposta di lavoro o chiudere una relazione, decidere diventa un terreno minato. La mente vaga tra mille possibilità, ognuna con le sue conseguenze immaginate. Dopo aver scelto, non arriva il sollievo, ma il dubbio e poi il rimpianto. Il pensiero ossessivo di aver sbagliato tutto. Questo atteggiamento mette in luce molteplici sfumature caratteriali ma soprattutto, spinge le persone a vivere costantemente nel dubbio e nella continua incertezza generale.

Pentirsi delle decisioni prese non è soltanto un’esperienza comune. È, in molti casi, un vero schema psicologico. Un modo ricorrente di pensare e sentire, che può limitare la vita. Non c’è nulla di patologico nell’avere qualche rimpianto. Ma quando il pentimento è una costante, quando qualunque strada si imbocchi sembra sempre quella sbagliata, allora vale la pena fermarsi e chiedersi: cosa c’è dietro? Imparare a porsi delle domande è fondamentale per poter scoprire aspetti e dettagli che riguardano la propria personalità.

Perché molte persone si pentono delle scelte fatte: la spiegazione dalla psicologia

La psicologia ci invita a osservare da vicino il meccanismo del rimpianto. E non lo fa con l’intento di colpevolizzare. Al contrario, suggerisce che dietro questo tormento interiore si nasconde spesso un bagaglio emotivo più grande. Chi si pente sempre delle proprie decisioni tende a vivere il tempo in modo distorto. Dopo una scelta, il pensiero non va avanti ma piuttosto torna indietro. Rilegge i fatti, immagina alternative, costruisce scenari paralleli in cui tutto sarebbe andato meglio. È come se la mente fosse una macchina del tempo emotiva: non accetta il presente e lo riscrive di continuo. Uno dei fattori più frequenti è il perfezionismo. Non quello sano, che spinge a migliorare, ma quello paralizzante. Il perfezionista cronico ha un’idea irrealistica di cosa significhi “la scelta giusta”. Pretende da sé stesso di indovinare sempre. Ma la vita non è un quiz a risposta multipla. E chi si ostina a trovare l’opzione perfetta finisce spesso per detestare quella reale. C’è anche da sottolineare che, in molti casi, il continuo bisogno di cercare la perfezione e porsi domande, non consente di potersi lasciare andare a pieno e viversi un momento nella sua totalità.

Perché ci pentiamo delle scelte fatte
Perché ci pentiamo delle scelte fatte

Anche l’insicurezza gioca un ruolo centrale. Chi non si sente abbastanza, teme il giudizio, vuole piacere a tutti, avrà sempre l’impressione di dover dimostrare qualcosa. Ogni decisione diventa un test d’identità. E se qualcosa va storto, anche minimamente, il colpevole sarà sempre uno solo: sé stesso. Poi c’è il peso della società. Viviamo in un’epoca di confronto continuo. I social ci mostrano vite “perfette”, scelte brillanti, traguardi invidiabili. Di fronte a tutto questo, la propria vita può apparire sbiadita. Il pentimento nasce, a volte, non da un vero fallimento, ma dal paragone con ciò che vediamo negli altri. E dimentichiamo che quelle immagini sono solo frammenti selezionati. Allora cosa si può fare? Come si può uscire da questo labirinto di dubbi e rimorsi? Il primo passo è accettare che nessuna decisione sarà mai perfetta. Un’altra strategia utile è allenarsi all’ascolto di sé. Infine è fondamentale vedere le scelte fatte come esperienze da vivere.

Perché molte persone si pentono per le decisioni prese: l’analisi psicologica

Uno dei principali modelli utilizzati per comprendere perché le persone provano rimorso per alcune decisioni è la cosiddetta Teoria del Rimpianto. Questo approccio evidenzia come, nel momento in cui prendiamo una decisione, tendiamo a considerare in anticipo il possibile dispiacere che potremmo provare se la scelta dovesse portare a un esito negativo. Tale meccanismo, noto come “rimpianto anticipato”, spinge molti a muoversi con maggiore prudenza, evitando situazioni rischiose. Tuttavia, questa cautela può trasformarsi in un freno che impedisce di cogliere occasioni importanti, sia nella sfera personale che in quella lavorativa. Un altro elemento emerso dalla ricerca riguarda l’influenza delle emozioni sul giudizio. Spesso, le emozioni post-decisione possono alterare la percezione di ciò che abbiamo scelto, facendoci credere di aver sbagliato, anche se in quel momento ci sembrava la soluzione più logica. Questo genera quella che viene definita “dissonanza post-decisionale”, ovvero il riconsiderare in modo critico e negativo una scelta fatta in precedenza.

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