Sabotare la propria felicità è per molti, un vero e proprio rituale quotidiano ma, per quale motivo succede? Scopriamo insieme la motivazione e anche le soluzioni da mettere in pratica.
La serenità è un obiettivo condiviso da molti, eppure così spesso appare come un miraggio che svanisce proprio nel momento in cui sembra finalmente a portata di mano. Costruire una vita felice è un desiderio profondo e legittimo. Ci impegniamo nelle relazioni, inseguiamo sogni, lavoriamo sodo e cerchiamo equilibrio tra i nostri bisogni interiori e le richieste del mondo esterno. Tutto questo comporta aspettative molto alte ma soprattutto, stimola il continuo e costante desiderio di voler ottenere sempre più. Quando tutto prosegue al meglio però, si insinua nella mente di molte persone, un pensiero costante. In modo quasi del tutto naturale, scivoliamo in atteggiamenti, pensieri o azioni che intaccano quella felicità che tanto abbiamo cercato.
Ma perché lo facciamo? Cosa ci spinge a tirare il freno proprio mentre stiamo andando nella direzione giusta? In apparenza sembra irrazionale, e forse lo è. Ma come spesso accade nella psicologia umana, dietro ogni comportamento esiste un motivo, una logica nascosta, una ferita che reclama attenzione. Capire perché ci sabotiamo è il primo passo per imparare a scegliere consapevolmente il benessere, abbracciando una felicità che sentiamo davvero di meritare. Viviamo in un tempo in cui la felicità è proposta come un obiettivo da raggiungere, un traguardo da dimostrare. Soprattutto con la continua condivisione in rete, sono moltissime le persone che tendono a mostrarsi diverse da come sono realmente, solo per poter assomigliare a tutti gli altri.
Sabotare la propria felicità: il motivo nascosto del nostro autosabotaggio
Il cuore del problema, spesso invisibile ma potentissimo, è la convinzione profonda di non meritare la felicità. Questo pensiero si insinua in modo silenzioso, spesso coltivato fin dall’infanzia, alimentato da esperienze di rifiuto, fallimento o giudizio. Interiorizziamo l’idea che essere felici, davvero felici, sia qualcosa di troppo bello per essere vero. E allora, nel momento in cui la serenità si fa strada, scatta un meccanismo interiore di difesa: iniziamo a sabotarla, come se stessimo cercando di prevenire un dolore futuro. In psicologia, questo meccanismo viene spesso associato alla disonanza cognitiva o alla paura del successo. Se non ci sentiamo all’altezza del benessere che stiamo vivendo, inconsciamente iniziamo a crearci problemi. Possiamo diventare più irritabili, rompere relazioni importanti, rimandare decisioni fondamentali o abbandonare progetti che ci rendono felici. Non lo facciamo perché vogliamo soffrire, ma perché crediamo, spesso senza rendercene conto, che quel dolore ci sia più familiare della gioia.
La paura del cambiamento e la pressione sociale poi, giocano due ruoli centrali. Entrambi spingono le persone a vivere costantemente sotto stress e con la preoccupazione di non essere al meglio delle proprie potenzialità. Il confronto con gli altri è poi inevitabile. Osservare i comportamenti esterni e tutto ciò che non ci appartiene, non è di sicuro vantaggioso per la propria autostima personale. Ma come superare l’autosabotaggio ed essere felici? La consapevolezza è l’antidoto più potente. Inizia a osservare te stesso con curiosità, non con giudizio. Un altro passo fondamentale è imparare a parlarti con gentilezza. Ricorda che la felicità non è uno stato costante, è normale quindi che tu viva giornate in cui non ti senti al meglio e altre in cui spicchi in modo determinante. Tutto sta nell’imparare ad ascoltarsi e soprattutto, ad amarsi per come si è.
Autosabotaggio e analisi psicologica: gli studi che hanno analizzato il fenomeno
Un contributo significativo allo studio dell’autosabotaggio in ambito psicologico è stato offerto da Steven Berglas ed Edward Jones. Nel 1978, i due ricercatori hanno coniato il termine self-handicapping nel loro lavoro “Self-Handicapping: On the Self-Perpetuating Nature of Defensive Behavior”. In questa ricerca, hanno illustrato come l’autosabotaggio rappresenti una tattica mentale impiegata per difendere la propria autostima e immagine personale, in particolare quando ci si trova di fronte a situazioni giudicate stressanti o potenzialmente rischiose. Si tratta di un meccanismo attraverso cui la persona, spesso senza rendersene conto, altera le circostanze al fine di creare una scusa preventiva per eventuali insuccessi, così da non compromettere la propria percezione di sé. Nel tempo, altri studiosi, tra cui Rhodewalt e Smith, hanno proseguito l’analisi del fenomeno, evidenziando come l’autosabotaggio sia strettamente connesso a insicurezze interiori, come la bassa autostima, il timore di fallire (o talvolta anche di avere successo), e l’ansia. Questi elementi rendono il comportamento autosabotante una forma di difesa psicologica, spesso inconsapevole, che può però ostacolare la crescita personale e il raggiungimento degli obiettivi.