Cantare insieme rafforza il legame tra amici e coppie? Ecco cosa dicono gli studi psicologici

Cantare è una delle attività più antiche e universali dell’essere umano. Ma quando lo facciamo insieme ad altri, non si tratta solo di divertimento: il nostro cervello e il nostro cuore si connettono in un modo speciale.

La psicologia conferma che intonare melodie in compagnia ha un effetto profondo sul benessere e sulla qualità delle relazioni. Studi condotti dall’Università di Oxford, in particolare da Eiluned Pearce e Jacques Launay, hanno evidenziato che cantare in gruppo rompe il ghiaccio molto più rapidamente rispetto ad altre attività sociali. Questo avviene perché il canto sincronizza non solo i movimenti, ma anche le emozioni e le reazioni fisiologiche. Non è un caso che spesso ci si senta immediatamente più vicini a chi canta accanto a noi, anche se lo si conosce da pochi minuti.

Durante il canto, il nostro cervello rilascia una serie di ormoni legati al piacere e alla connessione, come ossitocina, dopamina e serotonina. María Vélez, psicologa esperta di benessere sociale, ha spiegato che questi neurotrasmettitori favoriscono sentimenti di fiducia, empatia e affetto, rendendo le relazioni più forti e sincere. Anche il neuroscienziato Daniel Levitin (McGill University) ha approfondito il legame tra canto e connessione sociale. Le sue ricerche mostrano che il canto collettivo allinea l’attività cerebrale dei partecipanti, creando una sorta di “mente condivisa” che favorisce coesione e solidarietà.

Benefici emotivi e relazionali tra coppie e amici

Per le coppie o gli amici, il canto può rappresentare un momento di intimità e collaborazione autentica. Valentina Carlile, esperta in voce e linguaggio, ha sottolineato che l’atto di cantare insieme permette di sperimentare un senso di appartenenza e di unità che va oltre le parole. Quando due persone si accordano per cantare all’unisono, stanno anche accordando le proprie emozioni.

Un’indagine dell’Università del West of England ha rivelato che i cori amatoriali aiutano a ridurre lo stress e migliorano l’umore. Grazie alla sincronizzazione respiratoria e al rilascio di endorfine, chi partecipa a un’attività corale prova un forte senso di connessione con gli altri, che si traduce spesso in rapporti più solidi anche al di fuori del contesto musicale. Secondo i dati raccolti da Choral Canada, il canto condiviso può rafforzare l’intimità anche tra persone che si conoscono da poco. Questo effetto è ancora più potente tra partner o amici, grazie al livello di fiducia preesistente che si amplifica durante l’attività.

Meglio improvvisare o seguire lo spartito?

Un interessante studio del 2015 ha confrontato il canto strutturato (su brani già noti) con l’improvvisazione musicale. I risultati hanno mostrato che l’improvvisazione richiede maggiore ascolto reciproco e collaborazione, portando a un rilascio più elevato di ossitocina. In pratica, creare musica insieme in modo spontaneo è una vera e propria palestra relazionale: costringe a fidarsi, ad adattarsi e a valorizzare l’altro.

Ma anche il canto più semplice, magari in macchina o durante una serata tra amici, può avere un impatto profondo sulla qualità del legame. Non servono grandi doti canore: ciò che conta è la volontà di condividere un’esperienza emotiva e fisica in modo sincero e spontaneo. Cantare insieme non è solo una questione di note e parole: è un atto relazionale. Ogni voce si intreccia con le altre, creando un tessuto emotivo che rafforza i legami già esistenti o ne fa nascere di nuovi. La scienza lo conferma: quando cantiamo in compagnia, diventiamo più empatici, meno stressati e più connessi.

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Il canto più semplice, magari in macchina o durante una serata tra amici, può avere un impatto profondo sulla qualità del legame.

In un mondo che spesso ci spinge alla competizione e alla solitudine, prendersi del tempo per cantare con qualcuno può essere un gesto rivoluzionario. Un modo semplice e naturale per ritrovare quella complicità profonda che tutti, in fondo, desideriamo.

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