Ogni quanto cambiare l’accappatoio? L’esperto di igiene suggerisce un tempo preciso per evitare l’accumulo e la proliferazione dei batteri.
C’è un errore che quasi tutti commettiamo in bagno, senza nemmeno rendercene conto. Parliamo dell’accappatoio: quell’alleato morbido e avvolgente che ci coccola dopo la doccia. Ma sai davvero ogni quanto andrebbe cambiato e lavato? Secondo La casa di Mattia, noto esperto di igiene seguito da migliaia di persone sui social, la risposta è semplice: almeno una volta a settimana. Non è una fissazione da maniaci della pulizia, ma un consiglio supportato dalla scienza. Dietro a questo gesto apparentemente banale, infatti, si nascondono ragioni ben più importanti legate alla salute della nostra pelle e all’igiene della casa. Anche gli asciugami, per esempio, hanno dei tempi per la pulizia che dovrebbero essere rispettati.
Ogni quanto cambiare l’accappatoio e perché: il consiglio dell’esperto di igiene
L’accappatoio, specialmente se in spugna, assorbe umidità dopo ogni utilizzo. E come ben sappiamo, l’umidità è la condizione ideale per la proliferazione di batteri, funghi e muffe. Anche se ci siamo appena lavati, la nostra pelle rilascia comunque cellule morte, residui di detergenti, sebo e capelli. Tutto questo finisce dritto nel tessuto dell’accappatoio. E più lo usiamo senza lavarlo, più questi residui si accumulano.
Il risultato? Non solo odori sgradevoli, ma anche un aumento del rischio di sviluppare irritazioni cutanee, follicoliti o infezioni in soggetti più sensibili, come bambini o persone con la pelle reattiva. C’è poi un altro fattore che spesso sottovalutiamo: il bagno stesso. È una delle stanze più umide e meno ventilate della casa, il che lo rende un terreno fertile per la contaminazione microbiologica. Se lasciamo l’accappatoio appeso in un angolo buio e non ben areato, è probabile che il tessuto non si asciughi mai del tutto. E un accappatoio umido è il paradiso per i microrganismi.
I benefici del lavaggio settimanale
Mattia lo ripete spesso: una buona igiene parte anche dai tessuti che usiamo quotidianamente. Lavare l’accappatoio una volta alla settimana permette di:
- Rimuovere batteri e muffe, evitando che si trasferiscano sulla pelle;
- Prevenire cattivi odori, spesso causati proprio dalla fermentazione batterica;
- Allungare la vita del tessuto, mantenendolo morbido e profumato più a lungo.
Un lavaggio frequente, con un detergente delicato e un ciclo a 40-60°C (se la composizione del tessuto lo consente), è più che sufficiente per igienizzare in modo efficace. C’è un’abitudine che può fare la differenza: non lasciare mai l’accappatoio accartocciato o bagnato. Dopo ogni uso, è bene stenderlo all’aria aperta, o almeno in un luogo asciutto e ben ventilato. Se c’è il sole, ancora meglio: i raggi UV aiutano a disinfettare in modo naturale.
Un altro trucco utile è non sovraccaricare la lavatrice quando lavi gli accappatoi. Lascia spazio ai tessuti per muoversi: solo così il lavaggio sarà davvero efficace. Usare per troppo tempo lo stesso accappatoio può sembrare innocuo, ma a lungo andare può diventare un problema. Alcune persone, soprattutto in inverno, notano pruriti, arrossamenti o piccoli brufoli sulla schiena o sulle gambe. Spesso si pensa a una reazione allergica o alla qualità dei prodotti usati sotto la doccia. In realtà, la causa è più semplice (e risolvibile): un accappatoio troppo sporco o mal asciugato.