Perché non riesci a stare mai fermo nel weekend: dinamiche psicologiche dietro il bisogno di essere sempre in movimento.
Molte persone vivono il weekend come un’opportunità per “recuperare” tutto ciò che non sono riuscite a fare durante la settimana lavorativa. Tuttavia, per alcune, il bisogno di essere sempre in movimento è più che una scelta: è una necessità psicologica che risponde a diverse dinamiche complesse. Ansia, paura di sprecare il tempo e pressioni sociali sono solo alcuni dei fattori che spiegano questo comportamento.
Per alcune persone, il tempo libero è una fonte di stress invece che di sollievo. Questo fenomeno è stato identificato da Ad Vingerhoets e Maaike Van Huijgevoort, psicologi olandesi che hanno coniato il termine Leisure Sickness per descrivere la difficoltà di rilassarsi durante il tempo libero. Secondo i loro studi, il passaggio da un ritmo frenetico a un momento di pausa può generare un vero e proprio disagio fisico e psicologico. Il tempo non strutturato può infatti suscitare un senso di vuoto o di inadeguatezza, inducendo chi ne soffre a riempire ogni momento con attività. In altre parole, l’incapacità di fare una pausa senza sentirsi colpevoli per non essere produttivi può diventare un ostacolo al benessere.
Perché non riesci a stare fermo nel weekend: cosa dice la psicologia
Un altro aspetto psicologico legato all’ansia del tempo libero è la paura di “sprecare” il weekend. Selin Malkoc, docente alla Ohio State University, ha esplorato come alcune persone percepiscano il tempo libero come una perdita di opportunità, alimentando una costante ricerca di attività. Malkoc ha spiegato che chi sviluppa questa visione negativa del tempo libero tende a non godere delle attività che, in teoria, dovrebbero essere piacevoli. L’ansia che deriva dalla percezione di non “fare abbastanza” è spesso accompagnata da un bisogno compulsivo di riempire ogni minuto con azioni, facendo sì che il weekend diventi una corsa contro il tempo.
Anche le dinamiche sociali giocano un ruolo importante. Il confronto con amici, colleghi o conoscenti può alimentare la necessità di rimanere costantemente attivi. La sociologia ha dimostrato che il racconto delle esperienze entusiasmanti di altre persone può indurre una sorta di pressione sociale implicita. Questo può generare una sensazione di “mancanza” o di inadeguatezza se non si è in grado di fare altrettanto. Il desiderio di non essere percepiti come inattivi porta molte persone a vivere il weekend come un periodo da “riempire”, piuttosto che un momento di recupero e relax. E a proposito di fine settimana, c’è anche un motivo dietro il quale molti tendono a vestirsi bene.
Per alcuni, il weekend rappresenta una via di fuga dalla routine quotidiana. Questo comportamento può essere legato a un bisogno di “riscatto” dalle frustrazioni accumulate durante la settimana lavorativa. L’idea di vivere il weekend in modo “intenso”, cercando esperienze fuori dal comune, può derivare da una forte insoddisfazione verso la monotonia delle giornate lavorative. La sensazione di dover compensare un’intera settimana di lavoro può spingere alcuni a cercare attività sempre più impegnative, facendo del weekend una corsa a chi ha fatto di più.
Il desiderio di esplorare senza sosta e come trovare beneficio
Un altro fenomeno psicologico che spiega l’esigenza di essere sempre in movimento è il Wanderlust, ovvero la sindrome del viaggiatore. La ricerca di nuove esperienze, la curiosità insaziabile e il desiderio di esplorare sono tratti distintivi di questo comportamento, che secondo una ricerca pubblicata su Evolution and Human Behaviour è legato a una predisposizione genetica. Il recettore della dopamina D4 sembra infatti favorire un’inclinazione alla ricerca continua di novità, che spinge alcune persone a non riuscire mai a stare ferme. Questo desiderio di “fuga” dalla staticità della routine si esprime principalmente nei weekend, quando la libertà dal lavoro permette di avventurarsi in nuovi orizzonti.
Infine, non va dimenticato che l’attività fisica ha dei comprovati benefici psicologici. Studi come quelli di Cooney e Mikkelsen, dal 2013 al 2017, hanno dimostrato che l’esercizio fisico riduce lo stress e migliora l’umore grazie al rilascio di endorfine e serotonina. Tuttavia, quando la necessità di rimanere attivi diventa compulsiva, può nascondere una difficoltà nell’affrontare le tensioni accumulate durante la settimana. L’attività fisica, in questi casi, diventa un modo per gestire l’ansia e il malessere emotivo.