Le amicizie nate su Instagram rendono più felici rispetto a quelle della vita vera? Ecco la risposta dalla scienza, un modo per poter far luce su questa curiosità e chiarire ogni dubbio.
Le amicizie autentiche sono uno dei pilastri fondamentali del benessere umano. Nessun successo, nessuna ricchezza, nessun traguardo può davvero riempire il vuoto lasciato dall’assenza di legami profondi. Fin dall’infanzia, cerchiamo qualcuno con cui condividere esperienze, emozioni, pensieri. E non si tratta solo di compagnia: i rapporti veri ci aiutano a definire chi siamo, a sentirci accolti, a trovare un posto nel mondo. Un amico rappresenta una figura importantissima nella vita di una persona. Una spalla sulla quale poter contare sempre e in ogni situazione.
Con l’arrivo dei social network, però, qualcosa è cambiato. Il concetto di amicizia si è trasformato. Oggi si può essere “amici” senza mai essersi visti di persona. Basta un clic e un commento sotto una foto. La connessione è immediata, costante, apparentemente semplice. Ma è davvero paragonabile a una relazione vissuta nella vita reale? Sui social, tutto avviene in superficie. Scorriamo immagini patinate, leggiamo storie che sembrano perfette, costruiamo una versione ideale di noi stessi. Eppure, nonostante questa presenza virtuale continua, sempre più persone si sentono sole.
Più follower, meno connessioni profonde? Come cambiano i rapporti d’amicizia
Le amicizie digitali hanno certamente i loro vantaggi. Possono superare le distanze geografiche. Possono aiutare a sentirsi meno isolati, soprattutto in momenti difficili. Possono offrire uno spazio per esprimersi, trovare persone con interessi comuni, ricevere supporto immediato. Ma quanta di questa connessione è reale? Quanta è costruita sull’immagine e non sulla sostanza? Nel mondo reale, le relazioni sono più complesse. Non si possono modificare con un filtro e richiedono tempo e pazienza. Ma proprio per questo sono anche più significative. Nella vita vera possiamo guardare qualcuno negli occhi, sentire la sua voce e cogliere le sfumature di un abbraccio. Il contatto fisico, lo sguardo, la presenza: sono elementi che i social non possono replicare. Le sensazioni provate face to face fanno di sicuro la differenza. Uno sguardo fatto da un amico nel momento del bisogno o un abbraccio dato per conforto, fanno la differenza.
La scienza ha indagato il tema a fondo. Diversi studi nel campo della psicologia sociale e delle neuroscienze hanno dimostrato che le he le relazioni faccia a faccia attivano aree del cervello legate alla produzione di ossitocina, l’ormone della fiducia e del legame. Questo non accade, o accade in misura molto minore, durante le interazioni digitali. Anche la qualità delle interazioni gioca un ruolo fondamentale. Su Instagram, possiamo avere centinaia di “amici” ma interagire davvero con pochissimi. Basta controllare i follower di una persona e pensare che questa, abbia milioni di amici. Nella vita reale però, a quanti di questi si può chiamare in caso di bisogno? Nella vita vera, magari abbiamo solo due o tre persone di riferimento, ma quelle conversazioni, quei momenti condivisi, sono spesso più intensi e duraturi. Il nostro cervello è progettato per costruire legami profondi, non per gestire migliaia di contatti superficiali.