Cosa significa se hai paura di volare in aereo secondo la psicologia

Paura di salire in aereo e di volare? Ecco cosa ne pensa la psicologia e cosa significa secondo gli esperti.

La paura di volare, nota anche come aerofobia o aviofobia, non è semplicemente un disagio passeggero prima del decollo. È una fobia specifica, riconosciuta in ambito psicologico, che può assumere forme intense e invalidanti. Alcuni la vivono come un pensiero costante che prende corpo giorni prima del viaggio; per altri, è un’esplosione improvvisa di panico che si manifesta già varcando la soglia dell’aeroporto o anche solo immaginando un volo. Il cuore accelera, le mani sudano, il respiro si accorcia: sintomi fisici che riflettono un’agitazione più profonda e radicata. Secondo le ricerche nel campo della psicologia clinica, questa paura non ha alcuna correlazione con la reale pericolosità dell’aereo, che, numeri alla mano, resta uno dei mezzi di trasporto più sicuri al mondo. Ma allora perché alcune persone si sentono paralizzate all’idea di salire a bordo?

La risposta, come spesso accade nella psicologia delle fobie, va cercata oltre il sintomo. Volare non è solo spostarsi nello spazio: è cedere il controllo, abbandonare il terreno noto, accettare l’idea di essere sospesi nel vuoto. Il cielo, in questo senso, diventa un’arena psicologica, dove si proiettano paure più antiche e inconsce: la claustrofobia, la paura di morire, l’angoscia di non poter “fuggire” se qualcosa va storto.

La psicoterapeuta Laura Parolin sottolinea che l’aerofobia “riflette piuttosto paure, pensieri e fantasie che la persona ha sviluppato nel tempo”. Non è quindi l’aereo in sé a far paura, ma ciò che l’aereo rappresenta: l’ignoto, la fragilità, l’impossibilità di intervenire. Per molti, il disagio nasce da esperienze precedenti, magari un volo turbolento, ma per altri ha origini più nebulose, intrecciate con dinamiche personali o familiari.

paura di volare
Cosa dice la psicologia sulla paura di volare.

I metodi della psicologia per affrontare la paura di volare

Uno degli strumenti più efficaci nel trattamento di questa fobia è la terapia cognitivo-comportamentale (CBT). Si tratta di un approccio psicologico che non si limita a interpretare il sintomo, ma lo affronta concretamente, lavorando su pensieri irrazionali, convinzioni distorte e automatismi mentali che alimentano la paura. Attraverso la CBT, il paziente impara a riconoscere i meccanismi dell’ansia, a gestirli con esercizi di respirazione, tecniche di rilassamento e visualizzazione, ma anche con esposizioni graduali alla situazione temuta. Questo approccio, se ben condotto, consente alla persona di riprendere confidenza con l’idea del volo, spezzando il circolo vizioso dell’evitamento, che rischia di rinforzare la fobia.

Superare la paura di volare non significa diventare entusiasti viaggiatori del cielo. Spesso, il traguardo realistico è riuscire a volare pur sentendo l’ansia, senza lasciarsene sopraffare. È una conquista che ha poco a che fare con l’aereo e molto con la fiducia in sé stessi: sapere che si può gestire l’agitazione, che si è capaci di affrontare l’ignoto, anche quando la mente racconta storie catastrofiche.

Lascia un commento