Come evitare di spendere troppi soldi per il conguaglio fiscale, in caso di cambio lavoro durante l’anno, e conseguente necessità di avere due CUD per la compilazione del modello 730? Ecco la guida dell’esperto.
Quando un lavoratore cambia occupazione durante l’anno, si ritrova a dover gestire più Certificazioni Uniche (CU). Una, cioè, per ciascun datore di lavoro che ha erogato redditi. Ogni CU riflette esclusivamente le somme corrisposte da quel singolo soggetto e, di conseguenza, le relative ritenute IRPEF applicate. In sede di dichiarazione dei redditi, queste CU vanno sommate per determinare l’effettivo imponibile su cui calcolare le imposte dovute. Il possesso di più CU implica l’obbligo di presentare il modello 730 (oppure il modello Redditi), per la dichiarazione dei redditi.
Questo avviene perché nessun datore di lavoro ha una visione completa dei redditi complessivi del dipendente: ciascuno applica le aliquote e le detrazioni IRPEF solo sul proprio importo, tralasciando eventuali altri introiti. Di conseguenza, il sistema fiscale ha bisogno di ricalcolare le imposte sull’intero ammontare percepito, verificando se quanto già versato è sufficiente o se occorre pagare un conguaglio a debito, oppure si ha diritto a un rimborso.
Modello 730: cosa fare, in caso di cambio lavoro, per ridurre il conguaglio fiscale
Il rischio maggiore è proprio il conguaglio a debito, spesso inatteso. Questo accade perché ogni datore di lavoro può aver applicato aliquote troppo basse o detrazioni non spettanti. La causa è che queste ultime sono valide una sola volta, ma vengono talvolta riconosciute da entrambi i datori. Inoltre, poiché l’IRPEF è progressiva, quando i redditi si sommano si potrebbe superare una soglia che comporta un’aliquota più alta, aumentando l’imposta finale rispetto a quanto già trattenuto. Per esempio, se un lavoratore riceve 15.000 euro da un primo impiego e 18.000 da un secondo, ciascun datore potrebbe aver applicato l’aliquota base del 23%. Tuttavia, sommando i redditi si raggiungono i 33.000 euro, parte dei quali ricadono nello scaglione al 35%, facendo emergere una differenza da versare.
Inoltre, agevolazioni come l’ex bonus Renzi (100 euro mensili) possono dover essere restituite se il reddito complessivo supera i limiti fissati dalla normativa. È possibile, però, evitare brutte sorprese, seguendo una procedura precisa, nel momento in cui si effettua il cambio lavoro. A rivelare la procedura, è stato un noto esperto e commercialista italiano, il dottor Massimiliano Allievi. In particolare, l’esperto ha spiegato che, nel momento preciso in cui si viene assunti da una nuova azienda, il dipendente dovrà firmare dei moduli.
Tra questi, vi sono anche dei moduli fiscali importantissimi, che spesso vengono sottovalutati. In questi moduli, si dovrà dichiarare, tra le varie cose, se si hanno dei carichi di famiglia. Inoltre, si dovrà dichiarare anche se sono stati percepiti altri redditi durante l’anno. Entrambi gli elementi sono importanti. Il primo, perché permette di avere le trattenute per i carichi di famiglia. E il secondo, perché permette al datore di lavoro di fare le trattenute già calcolate in base al reddito percepito precedentemente durante l’anno.
Perché fare attenzione al modulo fiscale
Facendo attenzione al suddetto modulo fiscale, e compilandolo in maniera corretta, il calcolo delle trattenute e dei redditi effettivamente spettanti viene fatto a monte, senza la necessità di dover restituire somme non spettanti dopo la compilazione del modello 730, o comunque riducendo di molto il debito o conguaglio.
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Dichiarando di essere già arrivato a una determinata percentuale di tassazione con il lavoro precedente, spiega l’esperto, permette al nuovo datore di lavoro di partire già da quella percentuale di tassazione, ed applicarla da lì in avanti. In caso di dubbi, è prudente, ovviamente, rivolgersi a un CAF o a un professionista abilitato. Con il loro aiuto, sarà più facile compilare correttamente il modello 730 e valutare eventuali rateizzazioni se emerge un debito.