Come funziona il 5×1000, e quali sono le possibili scelte dei contribuenti? Ecco gli scenari possibili e cosa si può fare, secondo l’esperto.
Il sistema fiscale italiano consente di destinare specifiche quote dell’IRPEF a finalità differenti attraverso le opzioni 3×1000, 5×1000 e 8×1000, senza alcun aggravio per il contribuente. Ognuna di queste quote ha caratteristiche proprie in termini di destinatari, modalità di scelta e obiettivi. Il 3×1000, attivo solo in alcune annualità secondo la normativa vigente, permette di finanziare direttamente i partiti politici iscritti in appositi registri. Per esercitare questa opzione è necessario indicare nella dichiarazione dei redditi il codice del partito e firmare nel riquadro corrispondente.
Il 5×1000 rappresenta una quota pari allo 0,5% dell’IRPEF e può essere destinata a enti del Terzo Settore, organizzazioni di ricerca o associazioni sportive dilettantistiche. La scelta richiede l’indicazione del codice fiscale dell’ente beneficiario e la firma, senza che ciò comporti oneri aggiuntivi. L’8×1000 consente, invece, di assegnare lo 0,8% dell’imposta allo Stato oppure a una confessione religiosa riconosciuta. Anche in questo caso, l’opzione si esercita con una firma. Tutte e tre le opzioni possono essere esercitate contemporaneamente nella stessa dichiarazione. Questi strumenti rappresentano un’opportunità per orientare parte del gettito fiscale verso finalità sociali, civili o religiose, in linea con le priorità individuali, contribuendo così al sostegno di attività di interesse collettivo.
5×1000: ecco come funziona e quali sono i tre scenari possibili
Ma cosa succede se non si firma nelle caselle apposite della dichiarazione dei redditi? Se non si firma per il 5×1000, 8×1000 o 2×1000, la quota relativa dell’IRPEF non viene eliminata né restituita, ma rimane nelle mani dello Stato. In particolare, il 5×1000 resta allo Stato e non sostiene alcun ente, l’8×1000 viene ripartito secondo le scelte religiose altrui (e lo Stato) e il 2×1000 resta allo Stato, senza finanziare partiti. Un noto esperto e commercialista italiano, il dottor Massimiliano Allievi, ha, poi, spiegato in particolare i 3 scenari possibili, per quanto riguarda il 5×1000. Per chi non lo firma, abbiamo già specificato, esso resta allo Stato. L’esperto ha rivelato, poi, che ci sono altri due scenari possibili.
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Si può scegliere di firmare e non inserire il codice fiscale dell’ente scelto: in quel caso, l’importo del 5×1000 viene ripartito, in maniera proporzionale, tra tutti gli enti che fanno parte dell’ambito scelto. In tutto, gli ambiti sono sette: Enti del Terzo Settore e Onlus, Ricerca Scientifica e Universitaria, Ricerca Sanitaria, Attività Sociali Svolte dal Comune di Residenza, Associazioni Sportive Dilettantistiche, Tutela, Promozione e Valorizzazione dei Beni Culturali e Paesaggistici ed Enti Gestori delle Aree Protette. Infine, inserendo il codice fiscale dell’ente scelto, la cifra andrà completamente a quell’ente. Questi sono gli altri due scenari possibili: non c’è, invece, alcun modo possibile per non pagare questa imposta.