Quando una relazione entra in crisi, spesso ci si sente soli e incapaci di dare un nome a ciò che sta accadendo: è proprio in questi momenti che una storia ben raccontata può diventare uno specchio.
Le crisi di coppia sono momenti delicati che possono stravolgere equilibri apparentemente solidi. Si manifestano con litigi, incomprensioni, silenzi e, a volte, con una distanza emotiva che sembra impossibile da colmare. È proprio questo scenario, così reale e spesso taciuto, che viene messo in scena con straordinaria intensità nella miniserie Chiamami ancora amore, disponibile su RaiPlay. Una serie che non si limita a raccontare una storia, ma invita a guardarsi dentro, a riflettere sul significato dell’amore quando tutto sembra andare in frantumi.
Ideata da Giacomo Bendotti e diretta da Gianluca Maria Tavarelli, la serie è prodotta da Indigo Film insieme a Rai Fiction e ha il merito di affrontare il tema della separazione in modo autentico e senza sconti. Al centro della vicenda ci sono Anna ed Enrico, interpretati rispettivamente da Greta Scarano e Simone Liberati. Dopo undici anni di matrimonio e un figlio, Pietro, si trovano a fronteggiare una rottura profonda, che trasforma il loro legame in una vera e propria battaglia. Il passaggio dall’amore alla rabbia è brutale, ma è raccontato con una delicatezza che non banalizza mai il dolore.
Quando l’amore diventa un campo di battaglia: perché vedere Chiamami ancora amore
Accanto ai due protagonisti, emerge con forza il personaggio di Rosa, un’assistente sociale interpretata magistralmente da Claudia Pandolfi. È lei a entrare nella loro vita per stabilire le condizioni dell’affidamento del piccolo Pietro, diventando il filtro tra due genitori ormai consumati dalla reciproca ostilità. Il suo sguardo esterno, lucido e imparziale, ci accompagna in un viaggio a ritroso nei momenti cruciali della loro relazione. La serie ha il merito di affrontare i drammi familiari con sguardo profondo e contemporaneo, ponendo al centro l’interiorità dei personaggi, le loro ferite nascoste, i silenzi che urlano più delle parole.
Non ci sono eroi né colpevoli assoluti, ma persone fragili, piene di contraddizioni, che si amano e si feriscono con la stessa intensità. Ma il vero punto di forza della serie è il modo in cui esplora la crisi sentimentale con verità e senza retorica. Anna ed Enrico sono la rappresentazione di tante coppie che, a un certo punto, si perdono per strada. Il loro conflitto si trasforma in una spirale di rancori, accuse e vendette, dove a farne le spese è soprattutto il figlio Pietro. Ed è proprio la presenza del bambino a rendere ancora più drammatica e realistica la vicenda.
La serie mostra come i figli siano spesso le vittime invisibili delle crisi tra adulti, spettatori e bersagli di una guerra che non hanno scelto. Claudia Pandolfi, nel ruolo dell’assistente sociale Rosa, si conferma attrice di grande sensibilità e carisma. La sua interpretazione è un perfetto equilibrio tra fermezza e umanità. Non è solo una storia di separazione, ma un racconto sul difficile tentativo di capire l’altro, di ricostruire dopo la frattura, o semplicemente di accettare che certe cose finiscono.
Un invito a smettere di pensare alla crisi come a un fallimento, e a iniziare a vederla come un momento di verità. Chiamami ancora amore è la serie perfetta per chi ha vissuto o sta vivendo un momento di difficoltà nella propria relazione. Non offre soluzioni facili, ma restituisce dignità alle emozioni più scomode. È un racconto che parla di tutti noi, delle nostre paure e del bisogno profondo di essere compresi. Non perdere questo consiglio e tuffati in una storia che porta sul piccolo schermo, una tematica molto più comune di quello che si pensa.