Il caldo forte altera concentrazione, memoria e autocontrollo? Lo studio che devi conoscere

Con l’arrivo delle grandi ondate di calore, non è solo il corpo a soffrire: anche la mente inizia a cedere sotto il peso dell’afa. Ecco uno studio davvero interessante su questa tematica.

Quando le temperature salgono e l’afa sembra opprimere ogni angolo della città, il disagio fisico non è l’unico effetto visibile. Anche la mente vacilla. Ti è mai capitato di faticare a mantenere la concentrazione durante una riunione estiva o di sentirti più impulsiva, meno paziente, quasi come se il caldo ti stesse rubando il controllo? Non è un’impressione: la scienza conferma che il caldo intenso può influenzare pesantemente il funzionamento del nostro cervello.

Uno degli studi più interessanti in questo campo arriva dalla prestigiosa Università di Harvard e ha rivelato con chiarezza quanto anche un modesto aumento della temperatura ambientale possa minare le nostre capacità cognitive. Coordinato dal ricercatore Jose Guillermo Cedeño Laurent, lo studio ha coinvolto giovani studenti universitari durante un’ondata di calore estiva a Boston, sottoponendoli a una serie di test mentali in condizioni differenti: prima, durante e dopo l’impennata del termometro.

Quando il cervello surriscalda: cosa succede davvero nella mente con il caldo

I risultati hanno svelato un dato sorprendente: chi dormiva in stanze senza aria condizionata otteneva punteggi peggiori nei test di attenzione, memoria e rapidità di risposta. Non parliamo di differenze marginali. Il caldo sembrava spegnere, letteralmente, una parte della prontezza mentale degli studenti. Non solo rispondevano più lentamente, ma commettevano anche più errori. Il cervello, affaticato dal dover gestire l’equilibrio termico del corpo, sembrava non riuscire più a tenere tutto sotto controllo. Una delle implicazioni più affascinanti riguarda l’autocontrollo. In condizioni di caldo eccessivo, emerge una maggiore difficoltà nel gestire impulsi e nel mantenere la calma. Si diventa più irascibili, meno lucidi e anche meno capaci di prendere decisioni ponderate. In breve, il caldo non ci fa solo sudare: ci rende anche meno brillanti e più vulnerabili agli scatti d’ira o all’errore impulsivo.

Come il caldo altera l'attenzione
Come il caldo altera l’attenzione

La chiave di tutto sta nel modo in cui il nostro cervello distribuisce le risorse. Lo ha spiegato bene Kimberly Meidenbauer, psicologa della Washington State University: quando fa caldo, il cervello deve destinare una parte importante delle sue energie alla termoregolazione. Questo meccanismo è essenziale per la sopravvivenza, ma ha un prezzo. Le funzioni cognitive superiori vengono messe temporaneamente in secondo piano. Anche un piccolo scarto di temperatura, ad esempio da 21 a 26 gradi, può avere effetti tangibili sulle prestazioni mentali. Non serve un clima torrido per iniziare a perdere lucidità. E se le ondate di calore diventano frequenti, come ormai accade ogni estate, è lecito chiedersi quali possano essere gli effetti a lungo termine di questo stress termico sulle capacità cognitive, specialmente nei soggetti più esposti, come bambini, anziani o lavoratori all’aperto.

In un’epoca in cui le estati diventano sempre più torride, e il cambiamento climatico promette di renderle ancora più estreme, comprendere come il caldo influenzi la mente non è solo una curiosità scientifica. È una consapevolezza che può guidare politiche pubbliche, progettazione urbana, organizzazione del lavoro e persino la gestione del tempo personale. Sapere che il caldo influisce sulla nostra mente ci aiuta a trattarci con più indulgenza nei momenti di fatica mentale. Non è pigrizia, non è distrazione: è biologia. Il caldo spreme il nostro cervello, lo obbliga a scegliere tra restare lucido e restare fresco. E spesso, purtroppo, non può fare entrambe le cose allo stesso tempo.

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