Cosa sono i permessi non fruiti, e come possono influenzare la busta paga di giugno? Ecco la risposta dell’esperto.
Le ferie, i permessi e i ROL rappresentano strumenti essenziali per garantire il recupero psico-fisico del lavoratore e l’equilibrio tra vita privata e professionale. Le ferie sono un diritto irrinunciabile sancito dalla Costituzione e da normative specifiche. Ogni lavoratore dipendente ha diritto ad almeno quattro settimane l’anno di ferie retribuite, due delle quali devono essere utilizzate nell’anno stesso, mentre le restanti possono essere fruite entro i successivi 18 mesi. Eventuali periodi aggiuntivi possono essere previsti dalla contrattazione collettiva. Le ferie maturano in proporzione ai mesi lavorati. Non possono essere sostituite da un’indennità economica, salvo nei casi di cessazione del rapporto di lavoro.
I permessi, invece, consentono assenze giustificate per motivi personali, familiari o di salute. Alcuni sono retribuiti, come quelli per donazione di sangue o previsti dalla legge 104, altri no. I ROL (Riduzione Orario di Lavoro) sono permessi retribuiti previsti dai contratti collettivi. Maturano mensilmente, spesso in misura proporzionale per i lavoratori part-time, e possono essere utilizzati in modo flessibile, a ore o giornate. In busta paga vengono identificati con sigle come ROL MAT, ROL GOD o ROL RES. A differenza delle ferie, i ROL e i permessi non rispondono a un obbligo costituzionale, ma offrono maggiore flessibilità. Sono quindi strumenti complementari, pensati per favorire una gestione più elastica delle esigenze personali all’interno dell’organizzazione del lavoro.
Busta paga di giugno più alta a causa dei permessi non fruiti: ecco la spiegazione dell’esperto
I permessi ROL e le ex festività, e cioè le festività considerate in passato festività civili o religiose e quindi non lavorative, ma che sono state abolite come giorni festivi dalla legge n. 54 del 1977, possono avere una scadenza, e questa può influenzare la busta paga del mese in cui scadono. Come spiegato da un noto commercialista, il dottor Giorgio Infantino, in effetti, proprio la busta paga del mese di giugno potrebbe essere più alta per milioni di lavoratori, a causa dei permessi non fruiti. Molti contratti collettivi, come quello del Commercio, la scadenza è fissata al 30 giugno.
Quindi, per chi ha maturato, nel corso del 2024, dei permessi, ed entro il 30 giugno non li ha esauriti, questi andranno obbligatoriamente pagati nella busta paga del mese. Nel contratto del Commercio, quindi, i permessi maturati devono essere fruiti entro il 30 giugno dell’anno successivo. Se ciò non avviene, il loro valore viene corrisposto economicamente. In settori come quello metalmeccanico, invece, i permessi possono confluire in una banca ore e restare disponibili fino a 24 mesi. Una volta pagati, comunque, il monte ore viene azzerato e il lavoratore perde la possibilità di usare quelle ore come assenza retribuita. Il pagamento rappresenta una forma definitiva di compensazione. Specifichiamo che vengono azzerati i permessi maturati nel 2024, mentre quelli maturati nei primi mesi del 2025 potranno ancora essere richiesti.
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