Si può usare il bicarbonato come rimedio contro il bruciore di stomaco? Ecco cosa dice un noto esperto.
Il bicarbonato di sodio è una sostanza naturale, solubile in acqua e nota per le sue proprietà neutralizzanti sugli acidi. Esso è utilizzato comunemente in cucina, per la pulizia e nella gestione di alcuni disturbi, è da tempo impiegato come rimedio domestico per l’acidità gastrica. Spesso ritenuto anche un aiuto digestivo, in realtà il bicarbonato non facilita il processo digestivo, ma provoca una reazione chimica che genera gas. Questo gas, accumulandosi nello stomaco, viene espulso con un rutto, dando una sensazione illusoria di sollievo. Tuttavia, questa reazione può avere un effetto opposto, interferendo con la naturale acidità gastrica necessaria per digerire correttamente, rallentando quindi la digestione se assunto dopo i pasti.
Oltre al suo uso come antiacido, il bicarbonato si dimostra utile anche in ambito domestico per le sue proprietà abrasive e antimicrobiche, che lo rendono efficace nella pulizia di superfici, alimenti, protesi e denti. È anche impiegato per eliminare odori sgradevoli, sia dal corpo sia dagli ambienti, e viene talvolta usato in ambito sportivo per tamponare l’acidità muscolare durante l’esercizio intenso. Pur avendo molteplici impieghi, è fondamentale distinguere tra le sue applicazioni pratiche e i reali effetti sul sistema digestivo, spesso fraintesi.
Bicarbonato: è un buon metodo contro il bruciore di stomaco? Ecco la risposta dell’esperto
Nonostante quanto si pensi, dunque, il bicarbonato non è veramente un buon metodo per facilitare la digestione. Dall’altra parte, però, come abbiamo accennato all’inizio dell’articolo, questa sostanza ha, effettivamente, delle proprietà antiacide e, dunque, può essere utilizzata contro il bruciore di stomaco. Lo conferma anche un noto farmacista italiano, rivelando che, essendo una base, il bicarbonato di sodio va a neutralizzare l’acido cloridrico, presente nello stomaco. Basterà sciogliere mezzo cucchiaino di bicarbonato in un bicchiere d’acqua, e mescolare per bene. Bisognerà bere il bicchiere a stomaco non vuoto, ma nemmeno troppo pieno. Una volta nello stomaco, il bicarbonato andrà ad agire con l’acido cloridrico e, tra i prodotti di reazione, vi saranno l’acqua e, soprattutto, l’anidride carbonica.
Per quanto sia efficace contro l’acidità di stomaco, l’esperto suggerisce di non abusarne e, se possibile, di preferire rimedi realizzati in maniera apposita contro questa sensazione. I motivi sono vari: il bicarbonato può, ad esempio, provocare un innalzamento troppo elevato e troppo rapido del ph nello stomaco. Questo comporterà uno svuotamento del contenuto gastrico e, se la causa è una produzione eccessiva di acido gastrico, questo dopo poco si ripresenterà. Vi sarà, in pratica, un effetto rebound: lo stomaco produrrà, infatti, ancora più acido, dopo esserne stato privato. Il bicarbonato può, dunque, essere considerato una soluzione in extremis, ma non a lungo termine: può risolvere l’acidità nel momento, ma dopo si dovrà procedere con rimedi più indicati. Ci sono altri due effetti a cui fare attenzione: se si prende troppo bicarbonato, infatti, e troppo frequentemente, l’anidride carbonica prodotta causerà gonfiore, ma anche un’alcalosi metabolica, con conseguenze da non sottovalutare. Non abusatene, dunque, e preferite, se possibile, antiacidi specifici, formulati per questi problemi.
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Cos’è l’alcalosi metabolica
Per chi se lo fosse chiesto, riveliamo che l’alcalosi metabolica è una condizione in cui il sangue diventa eccessivamente alcalino a causa di un aumento della concentrazione di bicarbonato (HCO₃⁻), che porta il pH oltre i valori normali, superando 7,45. Questo squilibrio dell’equilibrio acido-base può avere origine da cause differenti, ma ha in comune una difficoltà dell’organismo nel mantenere stabile il pH del plasma. Una delle cause più comuni è la perdita di acidi da parte del corpo, come accade con vomito prolungato, uso cronico di diuretici o alcune patologie renali. Anche l’assunzione eccessiva di sostanze alcaline, come il bicarbonato di sodio, può favorire l’insorgenza del disturbo. Inoltre, condizioni come ipokaliemia e ipovolemia alterano la capacità dei reni di eliminare il bicarbonato in eccesso, facilitandone il riassorbimento e aggravando il problema.
I reni, in condizioni normali, regolano il pH eliminando bicarbonati in eccesso, ma in presenza di squilibri idrici o elettrolitici questa funzione può essere compromessa, rendendo l’alcalosi persistente anche dopo la rimozione della causa iniziale. I sintomi possono essere assenti nelle forme lievi, ma nei casi più marcati si manifestano con confusione, crampi muscolari, formicolii, vertigini o, in casi più gravi, anche disturbi neurologici e cardiaci, in particolare aritmie.