È possibile, per i gestori dei negozi italiani, prevedere che il cambio della merce sia possibile per un solo mese e con lo scontrino? Ecco tutti i dettagli, spiegati da un esperto di tutela dei consumatori.
Chi acquista un bene in un negozio fisico è protetto dal Codice del Consumo, che riconosce il diritto alla garanzia legale di conformità. Questa copertura dura due anni dalla consegna del prodotto e consente di ottenere, senza spese, la riparazione o la sostituzione del bene se presenta difetti o non è conforme a quanto promesso. Se tali soluzioni non sono attuabili, il consumatore può ottenere una riduzione del prezzo o la restituzione del denaro. Il venditore ha l’obbligo di fornire informazioni chiare sul prodotto, inclusi prezzo, condizioni di vendita e garanzie, e deve garantire che l’articolo rispetti gli standard minimi di sicurezza e qualità. Ogni vendita costituisce un contratto legalmente vincolante, anche se conclusa in un negozio.
In presenza di un difetto non causato dal cliente, il compratore può far valere i suoi diritti entro due mesi dalla scoperta del problema, denunciando il difetto. Il negoziante non può imporre buoni, costi extra o rifiutare assistenza, nemmeno per articoli in saldo. Diversa è la situazione quando il motivo del cambio riguarda il gusto personale, ad esempio una taglia sbagliata o un ripensamento. In questi casi, infatti, la legge non impone alcun obbligo al venditore. Il cambio merce, quindi, dipende unicamente dalla politica commerciale del negozio. Alcuni esercizi lo concedono per cortesia o per fidelizzare la clientela, ma sono liberi di stabilire condizioni e limiti. L’importante, però, è che queste condizioni e questi limiti siano ben esplicitate e chiare.
Cambio merce entro un mese: ecco come funziona questa pratica nei negozi italiani
Nei due paragrafi precedenti abbiamo, praticamente, già accennato la risposta alla domanda posta sul titolo dell’articolo. Un noto esperto di tutela dei consumatori, e cioè l’avvocato Massimiliano Dona, ha, in particolare, mostrato un cartello di un negozio italiano, in cui c’è scritto che il cambio delle merci, per gusto personale del cliente, è possibile solo entro un mese, e solo se si porta uno scontrino integro. Questa pratica è possibile, per chi gestisce negozi fisici: come spiega l’esperto, infatti, il cambio merci in negozio non è un diritto del consumatore, eccetto se il prodotto è difettoso o se si rompe. Il negoziante può dunque, decidere se concederlo e con quali limiti.
L’importante, come già sottolineato, è che le regole siano ben esplicitate e visibili: la pratica del negozio citata dal presidente dell’Unione Nazionale Consumatori è, dunque, corretta, perché è esplicitata e ben chiarita. La situazione è, invece, diversa con il cambio merci online: in quel caso, infatti, il consumatore ha 14 giorni, dall’arrivo del prodotto, per ripensarci e cambiare la merce. Negli acquisti online il consumatore può, cioè, esercitare il diritto di recesso entro due settimane dalla consegna, ottenendo il rimborso completo senza fornire spiegazioni. La restituzione è a carico dell’acquirente, salvo diversa indicazione. Il cambio merce resta, comunque, obbligatorio in caso di difetti o non conformità.
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