Quali spese si possono detrarre per la cura degli animali domestici, e quali non si possono detrarre? La risposta dell’Agenzia delle Entrate è chiara: ecco tutti i dettagli.
Garantire salute e benessere agli animali domestici richiede molto più che affetto e una buona alimentazione. Le cure veterinarie regolari sono essenziali per assicurare una vita lunga e sana. Il veterinario svolge un ruolo centrale nella prevenzione e nella diagnosi precoce di molte patologie. Visite periodiche consentono infatti di individuare disturbi silenziosi, spesso privi di sintomi evidenti, e di intervenire tempestivamente con terapie efficaci. Attraverso vaccinazioni, trattamenti antiparassitari e analisi di routine si evitano malattie gravi, mentre nei cuccioli le visite permettono di seguire attentamente lo sviluppo fisico e comportamentale. Anche la sterilizzazione, se accompagnata da un adeguato supporto professionale, si rivela fondamentale per la prevenzione di patologie riproduttive e per contenere il problema del sovraffollamento animale.
Il veterinario rappresenta anche una guida affidabile nella gestione quotidiana dell’animale, fornendo consigli personalizzati su alimentazione, movimento, igiene e su eventuali predisposizioni legate alla razza o all’età. Nelle situazioni critiche, come avvelenamenti o comportamenti improvvisi e anomali, il consulto immediato può fare la differenza tra la vita e la morte. Trascurare queste cure espone l’animale a sofferenze evitabili, accorcia la sua aspettativa di vita e, in alcuni casi, può mettere a rischio anche la salute umana. Affidarsi con costanza al veterinario non è solo un gesto di responsabilità, ma un atto di autentico amore. Nonostante le spese veterinarie possano richiedere una certa spesa economica è, dunque, fondamentale garantirle al proprio animale domestico.
Cura degli animali domestici: ecco quali spese si possono detrarre e quali no
Per fortuna, la normativa italiana viene in aiuto dei padroni degli animali domestici, garantendo la possibilità di detrarre alcune spese effettuate dal veterinario, e per la cura media degli animali stessi. Non tutte le spese veterinarie possono, però, essere detratte: lo ha confermato l’Agenzia delle Entrate, in risposta alla domanda di una contribuente, la quale aveva chiesto se fosse possibile detrarre le spese per la cremazione dell’animale, risultanti da fattura della clinica veterinaria e pagate tramite sistema tracciabile. L’Agenzia delle Entrate, mediante la Posta di FiscoOggi, ha, in effetti, precisato che in Italia, chi possiede un animale domestico può beneficiare di agevolazioni fiscali per alcune spese veterinarie, grazie a una normativa pensata per sostenere il benessere animale.
L’articolo 15 del TUIR consente, infatti, una detrazione del 19% dall’imposta lorda per costi sostenuti per la salute degli animali, ma entro un limite massimo di 550 euro, con una franchigia di 129,11 euro. La detrazione riguarda esclusivamente alcune voci ben definite: le prestazioni professionali del medico veterinario, i medicinali prescritti da quest’ultimo, e le spese legate ad analisi di laboratorio o interventi presso cliniche veterinarie. Si tratta, quindi, di spese direttamente collegate alla tutela della salute dell’animale. Tuttavia, non tutte le uscite economiche legate agli animali sono considerate detraibili. L’Agenzia delle Entrate ha, infatti, chiarito che non è possibile detrarre i costi sostenuti per la cremazione dell’animale, anche se documentati con fattura e saldati con modalità tracciabile. Questa spesa, sebbene comprensibile sotto il profilo affettivo e gestionale, non rientra tra quelle previste dalla normativa vigente, in quanto non ha natura sanitaria.