Con l’arrivo dell’estate molti credono di poter sospendere l’integrazione di vitamina D, ma è proprio in questo periodo che rischiamo di commettere errori che mettono a rischio il nostro benessere.
C’è un errore che molti continuano a commettere, complice l’arrivo dell’estate e la convinzione errata che il sole basti. Parliamo della vitamina D, una sostanza preziosa per la nostra salute, ma troppo spesso sottovalutata. A lanciare l’allarme è Il Socialmente Farmacista, la seguita voce del web che con ironia e competenza smonta falsi miti e aiuta a fare chiarezza nel vasto mondo dell’integrazione.
Ecco il suo avvertimento: la vitamina D non va mai in vacanza. Né a luglio, né ad agosto, né quando il sole splende alto nel cielo. Anzi, proprio nei mesi estivi è importante ricordare perché non possiamo abbassare la guardia. È vero, la vitamina D viene sintetizzata a livello cutaneo grazie all’esposizione ai raggi solari. Ma attenzione: questo processo non sempre è sufficiente a garantirne i livelli ottimali nel sangue. Ecco perché sospendere l’integrazione nei mesi più caldi può rivelarsi un errore.
Vitamina D: cinque cose da non sbagliare mai
L’esposizione solare deve avvenire in determinate condizioni, orari giusti, senza protezione solare e con una buona porzione di pelle scoperta e non sempre ciò è possibile, o sufficiente. Inoltre, il vero motivo della carenza di vitamina D in molte persone non è solo la mancanza di sole, ma una serie di fattori complessi che vanno dall’alimentazione allo stile di vita, fino a condizioni individuali e genetiche.
La vitamina D è una sostanza liposolubile: ciò significa che per essere assorbita correttamente ha bisogno di grassi. Se la si prende da sola, lontano dai pasti, il rischio è che venga semplicemente dispersa durante il transito intestinale, senza che il nostro organismo riesca davvero a utilizzarla. L’ideale è assumerla durante un pasto che contenga una quota di grassi, anche modesta: un filo d’olio extravergine d’oliva o una manciata di frutta secca possono fare la differenza.
Negli ultimi anni, si è diffusa l’idea che la vitamina D debba sempre essere assunta insieme alla vitamina K2, come se le due fossero inseparabili. In realtà, questa associazione ha senso solo in alcuni casi specifici, valutati dal medico o dal farmacista. L’uso combinato delle due vitamine viene a volte suggerito per prevenire un’eccessiva calcificazione dei tessuti molli, ma si tratta di una possibilità rara, non una regola generale. In assenza di indicazioni cliniche precise, la vitamina D può e deve essere assunta da sola, evitando mix inutili e costosi.
Un altro aspetto da considerare riguarda la provenienza della vitamina D. Esistono due forme principali: la D2 (ergocalciferolo), generalmente vegetale, e la D3 (colecalciferolo), spesso di derivazione animale. Oggi, però, esistono integratori di D3 ottenuti da fonti vegetali come il lichene, che offrono la stessa efficacia con una maggiore compatibilità per chi segue una dieta vegetariana o vegana. Secondo alcuni studi, la vitamina D di origine vegetale risulta più biodisponibile e meglio assimilata dal corpo. In ogni caso, vale la pena preferire soluzioni più naturali, sostenibili e delicate.
Un gesto quotidiano che vale una vita
Spesso si parla di vitamina D solo in relazione alle ossa, ma il suo ruolo è molto più ampio. Regola il sistema immunitario, sostiene il tono dell’umore, contribuisce al benessere muscolare, e può anche influenzare il metabolismo. Ecco perché la sua integrazione dovrebbe far parte di una routine consapevole, come lavarsi i denti o bere acqua. La domanda quindi è: qual è la tua strategia quotidiana con la vitamina D? La assumi regolarmente? La prendi con i pasti? Hai scelto una formulazione che rispetta le tue esigenze alimentari e il tuo stile di vita?
Ricordarsi di integrare correttamente la vitamina D significa avere cura di sé in modo intelligente, senza cadere nei luoghi comuni. E soprattutto significa ascoltare il proprio corpo, senza affidarsi al fai-da-te, ma con il supporto di professionisti della salute come farmacisti e medici. Perché, come ci ricorda Il Socialmente Farmacista, la vitamina D non va mai in vacanza. E prenderla nel modo giusto è il primo passo per non mettere in ferie il nostro benessere.