Netflix, il film da guardare se hai voglia di colpi di scena: Giallini è impeccabile

Tra arti marziali, intrighi criminali e una Roma mai vista prima, su Netflix è arrivato un film italiano che sorprende a ogni svolta. Se ami i colpi di scena e l’adrenalina, non puoi perderlo.

Su Netflix c’è un titolo che promette emozioni forti, azione mozzafiato e una Roma mai vista prima. La città proibita, diretto da Gabriele Mainetti, è approdato sulla piattaforma il 9 luglio 2025, pronto a conquistare nuovi spettatori dopo un percorso al cinema meno clamoroso di quanto meritasse. Nel cast, un ensemble d’eccezione: Sabrina Ferilli, Marco Giallini, Enrico Borello, Yaxi Liu, Chunyu Shanshan e Luca Zingaretti. Il film è una miscela sorprendente di generi. Dalla commedia italiana al kung fu, passando per il thriller, il pulp e persino il romance.

La protagonista è Mei (Yaxi Liu), una giovane cinese maestra di arti marziali. Arriva in Italia con un unico obiettivo: ritrovare la sorella Yun, misteriosamente scomparsa dopo essere finita nelle mani di una rete di sfruttamento della prostituzione. La sua ricerca la porta a incrociare il destino di Marcello (Enrico Borello), un cuoco romano in crisi esistenziale, e di sua madre Lorena (Sabrina Ferilli), donna passionale e combattiva. E poi c’è Annibale (Marco Giallini), piccolo criminale del posto, ambiguo e ruvido, capace di frasi taglienti e gesti spietati. È un uomo razzista e sfruttatore di immigrati, ma la sua figura si rivela più complessa di quanto sembri all’inizio.

Un mix di azione, mistero e poesia urbana

La città proibita non è solo una storia di arti marziali e colpi ben assestati. È un mosaico in cui si incastrano combattimenti spettacolari, misteri intricati, tradimenti improvvisi, umorismo nero e riflessioni profonde sull’integrazione culturale. Il filo conduttore è la ricerca di Mei, che scopre legami inaspettati tra la sorella scomparsa e Alfredo (Luca Zingaretti), marito di Lorena, anche lui svanito nel nulla in circostanze sospette. La narrazione si muove tra due luoghi simbolici. Un ristorante cinese dai vapori densi e dalle insegne rosse, la “città proibita” che dà il titolo al film, e una trattoria romana in declino, ultimo baluardo di una tradizione familiare che rischia di perdersi. È qui che si intrecciano destini, segreti e tensioni, mentre sullo sfondo si accende una guerra tra bande criminali.

Netflix, La città proibita
Netflix, La città proibita

Ogni sequenza di combattimento è curata con attenzione maniacale: il Fight Coordinator che ha lavorato anche su Deadpool & Wolverine porta il dinamismo e la precisione delle coreografie hollywoodiane direttamente tra le strade di Roma. Il risultato è un’energia visiva rara nel cinema italiano, capace di fondere la fisicità del kung fu con la teatralità delle nostre commedie e la tensione dei noir. Mainetti rende omaggio a Bruce Lee, ma anche al romanticismo di Vacanze romane e alla carica pulp di Kill Bill. È un film che si diverte a mescolare linguaggi, a far convivere poesia urbana e violenza stilizzata, senza mai perdere il cuore emotivo della storia.

Le interpretazioni sono uno dei punti di forza assoluti. Sabrina Ferilli regala a Lorena un’energia materna intensa, tra affetto e durezza, mentre Marco Giallini incarna un Annibale memorabile, personaggio sporco e contraddittorio, capace di essere repellente e irresistibile nello stesso momento. La sua presenza domina la scena, ogni sguardo e ogni parola pesano come colpi di lama. La città proibita è, in definitiva, un film raro: un kung fu movie italiano, dove Roma diventa palcoscenico di redenzione, vendetta e giustizia, attraversato da una malinconia elegante e da una vitalità scenica che conquista.

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