“Cerco lavoro: ho fatto decine di colloqui, ma si concludono sempre con la stessa domanda”

Dai social la denuncia di una donna che cerca lavoro

Da uno dei gruppi Facebook fondati da persone in cerca di lavoro o di consigli inerenti la sfera professionale, abbiamo rintracciato il post sfogo di una donna, che racconta, meglio di qualsiasi altro discorso, il mondo del lavoro in Italia. “Dalla prima settimana di settembre ho fatto più di 15 colloqui con laurea in lingue ed economia, e dieci anni di esperienza alle spalle in studi legali ed amministrazione. O spariscono, oppure ti scrivono: “Abbiamo optato per un’altra candidata”. Oppure durante il colloquio ti chiedono: “Ma non pensa di essere troppo qualificata per questo ruolo?“. O ancora: “Ma perché si è affacciata a questo nuovo campo?”.
La risposta è semplice, continua l’utente (di cui oscuriamo il nome in rispetto alla sua privacy: “Perché per campare servono soldi. Ma la frase più bella l’ho sentita ieri in una videocall: “Ma adesso c’è molto più lavoro in giro, rispetto a qualche tempo fa“. Ah sì?“, chiede amaramente ironica.

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Lavoro, il disastro dei colloqui: le risposte degli utenti

D’accordissimo con ogni singola parola gli utenti che interagiscono con il post in questione. “C’è così tanto lavoro che ne cerco un altro da inizio anno, avrò mandato centinaia di candidature anche per cose per cui non ho studiato, e avrò fatto si e no 5/6 colloqui. L’unica è armarsi di pazienza e lasciarsi scivolare addosso tutte le st*****te che si sentono, sennò si esce pazzi in questo mondo di pagliacci”, scrive un uomo.

Quando dicono che non bisognerebbe rispondere:Perché mi servono soldi per vivere” ai colloqui, beh… io dico che è ora di rispondere proprio così. Che domanda è? Se non avessi bisogno di soldi non cercherei lavoro. Devono scendere un po’ dal loro mondo fatato“, scrive una signora.

Leggendo i vostri messaggi mi demoralizzo totalmente, e odio l’Italia per come tratta i giovani oggi. Sono tutto il giorno sui siti ad aiutare mia figlia di 19 anni con le candidature: siamo esaurite”, scrive un papà.

C’è poi chi racconta le sue esperienze, e offre il proprio esempio all’autrice del post: “Io non sono laureata, ma diplomata in lingue. A parte due esperienze stagionali dove ho lavorato in reception, mi sono messa a fare tutt’altro tipo di lavoro, dove le lingue le uso poco”. “Anch’io conosco le lingue e ho studiato per questo, ma ho sempre fatto tutt’altro. Quando faccio colloqui anche a me fanno una marea di complimenti per le esperienze e per le conoscenze. Sì, ma solo chiacchiere: e i fatti dove sono? Mi fanno solo perdere tempo e sinceramente sono stanca”.
Infine, un consiglio spassionato: “Laurea in lingue? Emigra all’estero! Ti saluto dall’Inghilterra“.

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