La truffa smascherata in Veneto, in provincia di Treviso. Attenzione: il soggetto in questione è ancora a piede libero
A Pieve di Soligo, come della provincia di Treviso, in Veneto, si è consumata una truffa che ha colpito l’intera comunità, perché ha messo in dubbio la serietà del corpo degli alpini. Se ne è parlato a Pomeriggio Cinque, programma di Canale 5 condotto da Myrta Merlino, nel corso del quale sono stati intervistati tutti i negozianti truffati. A ingannarli, un uomo sulla quarantina alto circa 1.75 cm, dalla parlantina veloce e con modi di fare sbrigativi, che, rilasciando false fatture, derubava i commercianti. Prometteva loro dei beni di prima necessità, che, secondo la versione che costui forniva alle sue vittime, avrebbero dovuto consegnare gli alpini del posto.
In cambio, in nome della beneficenza, le persone a cui si rivolgeva davano una cifra simbolica, in soccorso dei più deboli. Usando, quindi, la carta della benevolenza e dell’altruismo delle persone, il truffatore portava via ora 20, ora 40, ora 100 euro ai commercianti di buon cuore. Fino a quando, però, il crudele gioco del malintenzionato è stato scoperto dai diretti interessati: i poveri alpini.
Veneto, truffa decine di commercianti con la scusa della beneficenza
La truffa è stata, infatti, smascherata proprio dal capo della sezione del gruppo di alpini. Il quale, come ha raccontato alla trasmissione Mediaset, qualche giorno fa risponde alla telefonata di una signora. Era stata appena truffata, ma non lo sapeva ancora. La donna chiedeva informazioni agli alpini: “Non dovevate portarmi un pacco con dell’olio e del vino questa mattina?”, chiede la signora, ignara. Ancor più ignaro e incredulo il suo interlocutore, all’oscuro di ogni cosa, che chiede, a sua volta, spiegazioni. “Un signore è passato di qua e mi ha detto che stava facendo una raccolta di soldi per dei bambini disabili e per il trasporto di persone anziane. Mi ha detto: “Domani passeranno gli alpini di Pieve di Soligo a consegnare il pacco: se mi dà i soldi vi lascio la ricevuta”.
L’uomo, quindi, per risultare credibile agli occhi, arrivava addirittura a emetteva delle ricevute false, su cui appuntava tutto: il nome del commerciante, la somma versata, i prodotti. Tutto: preciso, all’apparenza una bravissima e scrupolosa persona. Dietro cui, però, si celava un individuo che usava la potente e benevola arma della beneficenza, per derubare le sue vittime. Circa 150 sono stati i negozianti ingannati, ciascuno dei quali ha versato cifre diverse, a seconda della disponibilità e dell’intenzione.
Il ladro non è ancora stato acciuffato, ed è a piede libero.