Una circostanza non così frequente, ma nemmeno impossibile: come deve comportarsi il cliente che ha una banconota da 200 euro? E’ giusto che alla cassa gli venga rifiutata? Alla domanda risponde Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori
In materia di tutela dei consumatori sui social c’è un volto indiscusso, senza ombra di dubbio il più famoso: stiamo parlando di Massimiliano Dona. Non semplice popstar dei social, ma, innanzitutto, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Così seguito e popolare per la sua quotidiana e costante attività social, con cui informa tutti i giorni la sua community di persone interessate alla tutela del consumatore, su situazioni che chiunque, almeno una volta nella vita, si sarà trovato a fronteggiare. A offrire sempre nuovi spunti a Dona sono le domande dei utenti, clienti che hanno vissuto esperienze di acquisto molto spesso negative, e di cui chiedono contezza all’esperto in materia.
Una delle ultime domande inviate al presidente dell’Unione Nazionale Consumatori riguarda il denaro in contanti. “Oggi in un negozio di una catena abbastanza diffusa in Italia, il cassiere si è rifiutato di accettare una banconota da 200 euro, dicendo che l’azienda non lo permette. Nonostante avessi solo quella, non hanno ceduto. Ho chiesto se fosse scritto da qualche parte, ma non c’era nulla”, racconta il cliente. Che chiede spiegazione a Dona: “Possono rifiutarsi di accettare i soldi? Altrimenti come mi dovrei comportare?”.
Banconota da 200 euro, il negozio si può rifiutare di accettarla? Cosa dice l’esperto
Dona ha risposto alla domanda dell’utente attraverso la sua rubrica intitolata ‘Bar consumatori’: Dona parla ai suoi follower al bancone di un bar, di tanto in tanto con le simpatiche incursioni del barista in ascolto.
“Parliamo della possibilità di spendere una banconota da 200 euro: è praticamente impossibile. Eppure in queste c’è una grandissima violazione dei nostri diritti di consumatore. Quelle banconote hanno corso legale: perché rifiutarle?”, chiede Dona.
Le motivazioni più diffuse dai commercianti sono anche plausibili: “Non ho il resto”, oppure “ho paura che siano false”, e così via. “Insomma“, continua Dona, “il consumatore deve pagare il prezzo della sfiducia del commerciante rispetto a queste banconote di taglio così importante. Vi assicuro che anche alla persona che non ha attività criminale può capitare di trovarsi ad avere in mano una banconota da 200 euro. E allora che fa? Non può spenderla? Deve per forza versarla in banca? Insomma, su questo è davvero il caso che faccia qualcosa”.
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Insomma, in teoria no: il commerciante non dovrebbe rifiutarsi di accettare una banconota di taglio elevato. Tuttavia, è lecito anche il suo timore. Come si risolve? Con una macchinetta di cui tutti i negozi dovrebbero dotarsi, che verifica l’autenticità dei contanti.