Braccialetto elettronico, è davvero utile? Il commento della figlia di Celeste Palmieri zittisce tutti

Braccialetto elettronico, il commento della figlia di Celeste Palmieri, uccisa a colpi di pistola dall’ex compagno nel Foggiano

È davvero triste che in Italia il malfunzionamento di un dispositivo che era stato salutato come prezioso per la tutela delle donne, si stia dimostrando fallimentare, proprio sulla pelle delle donne. C’è voluta la morte di Celeste Palmieri, 56 anni di San Severo, comune in provincia di Foggia, per riaccendere il dibattito pubblico intorno a questo tema. E per dimostrare, ahinoi, ancora una volta, che il braccialetto elettronico è un dispositivo che da noi non funziona. Il suo assassino, l’ex marito che la vittima aveva denunciato in precedenza per stalking, infatti, era stato sottoposto a questa misura preventiva. Misura che non è servita a nulla, e che non ha fermato la cattiveria omicida dell’uomo. Mario Furio, 59 anni, ex agente penitenziario in pensione, ha puntato la sua arma contro l’ex coniuge, finendola a colpi di pistola.

L’omicidio è avvenuto in un parcheggio di un supermercato della zona, la settimana scorsa. Dopo essersi assicurato di aver consegnato alla morte l’ex moglie, l’uomo ha poi rivolto l’arma contro se stesso, suicidandosi. Nonostante i soccorsi immediati, Celeste è deceduta poco dopo in ospedale: troppo gravi le ferite riportate dai proiettili che l’hanno raggiunta. Il killer era stato sottoposto all’applicazione del braccialetto elettronico anti-stalking, reato per cui l’ex l’aveva (inutilmente) denunciato. Palmieri aveva 5 figli, tutti consapevoli dell’inferno che affliggeva la vita della loro mamma.

Braccialetto elettronico, il commento della figlia di Celeste Palmieri

A Mattino Cinque, trasmissione di Canale 5, è stata intervistata una delle figlie di Celeste Palmieri. La quale, in un passaggio, ha riassunto in poche parole la criticità del dispositivo che nel caso di Celeste, come quello di altre donne decedute per mano degli ex compagni, ha semplicemente fallito.

La giovane parla della mamma, con parole rotte dall’emozione: “Mi chiamava e mi diceva sempre che aveva paura. Ora si sente libera: cioè, io devo dire che è libera con la morte? Per me non è normale: questi braccialetti non devono proprio esistere. Non è un problema di malfunzionamento, è che non devono proprio esistere, perché non servono a niente. Anzi, hai visto a cosa servono? Tutelate veramente le donne, se le volete tutelare. Questi sono giocattoli”.

Oggi il processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin

E proprio in questi istanti è in svolgimento il processo che vede imputato Filippo Turetta, assassino di Giulia Cecchettin, studentessa veneta uccisa a coltellate. Un caso che ha scosso l’Italia intera, per la crudeltà della vicenda: prima il rapimento, e poi il delitto, consumato a colpi di decine di fendenti.

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