Ascoltare musica prima di dormire: aiuta o disturba il sonno? La psicologia risponde

Molte persone trovano conforto nell’ascoltare musica prima di dormire, convinte che possa aiutarle a rilassarsi e a prendere sonno più facilmente.

Ma la scienza è divisa: alcuni studi dimostrano che la musica favorisce il riposo, mentre altri evidenziano possibili effetti negativi. Il fattore determinante sembra essere il tipo di musica scelta e la sensibilità individuale. Uno studio della National Cheng Kung University ha dimostrato che la musica lenta, con un ritmo tra 60 e 80 battiti al minuto, migliora significativamente la qualità del sonno, soprattutto negli anziani. Questa tipologia di suoni riduce l’attività del sistema nervoso simpatico, favorendo il rilassamento e abbassando i livelli di stress. L’ascolto di brani con melodie morbide e armonie ripetitive aiuta a ridurre la necessità di sedativi e migliora il riposo notturno. Tuttavia, non tutti gli effetti della musica sul sonno sono positivi. Alcuni studi hanno evidenziato che l’ascolto di brani, specialmente quelli con melodie familiari, può dare origine ai cosiddetti earworms, le fastidiose canzoni che rimangono impresse nella mente e continuano a ripetersi involontariamente. Questo fenomeno, studiato da Michael Scullin della Baylor University, può causare risvegli notturni e rendere più difficile addormentarsi.

Quale musica favorisce davvero il sonno?

Non è solo il genere musicale a fare la differenza, ma anche le sue caratteristiche strutturali. Secondo una ricerca condotta da Emery Schubert e Gaelen Thomas Dickson, sono gli elementi della musica, come il ritmo lento e le tonalità morbide, a influenzare maggiormente il sonno. In uno studio con 161 partecipanti, il 78% ha dichiarato di addormentarsi più facilmente con musica rilassante, indipendentemente dal genere. Alcuni brani di musica classica, ambient o lo-fi risultano particolarmente efficaci per conciliare il sonno, poiché favoriscono un rallentamento dell’attività cerebrale. Tuttavia, per alcune persone anche la musica strumentale può diventare fonte di distrazione, innescando il fenomeno degli earworms e disturbando il riposo. Uno studio dell’Università di Ginevra, condotto da Lampros Perogamvros, ha analizzato gli effetti della musica sui sogni e sul sonno REM. È emerso che determinati suoni possono influenzare le emozioni vissute nei sogni, riducendo la frequenza degli incubi e migliorando la qualità del riposo. Questo approccio viene già sperimentato in terapie mirate per persone con disturbi del sonno.

Benefici e rischi dell’ascolto di musica prima di dormire

Uno degli effetti più interessanti riguarda il ruolo della musica nel consolidamento della memoria. L’Università di Tubingen ha dimostrato che i suoni sincronizzati con le oscillazioni lente del cervello durante il sonno profondo possono potenziare la capacità di memorizzazione e facilitare l’apprendimento. Questo significa che scegliere le giuste tracce musicali prima di dormire potrebbe non solo favorire il riposo, ma anche migliorare le prestazioni cognitive. D’altra parte, un ascolto non consapevole o la scelta di brani troppo complessi possono ostacolare il rilassamento. Se la musica è troppo intensa o stimolante, il cervello rimane attivo, rendendo difficile il passaggio a uno stato di riposo profondo. Per questo motivo, alcuni esperti consigliano di smettere di ascoltare musica almeno 30 minuti prima di dormire, per evitare interferenze con il ritmo naturale del sonno.

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Bisogna evitare di ascoltare musica nei 30 minuti precedenti l’andare a letto per evitare disturbi del sonno.

In definitiva, la musica può essere un valido alleato per dormire meglio, ma la scelta dei brani è fondamentale. Mentre suoni rilassanti favoriscono il rilassamento, melodie troppo familiari o ritmi irregolari possono risultare controproducenti. Per ottenere benefici reali, è importante sperimentare e trovare il giusto equilibrio tra piacere e tranquillità.

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