L’sos lanciato da un’azienda agricola toscana: non si trovano trattoristi, per cui spesso è lo stesso titolare a dover salire sul mezzo. Eppure, spiega, “un contratto agricolo non è l’ultimo in Italia dal punto di vista del riconoscimento salariale“
Oggigiorno sono sempre più numerose le realtà lavorative che si trovano costrette a fare i conti con un problema. Quello della mancanza di personale. Sembra un paradosso nell’epoca della disoccupazione, quella in cui sono migliaia le persone che sembrano disposte a tutto pur di lavorare, considerati i tempi difficili, l’inflazione alle stelle, il costo della vita insostenibile per la maggior parte degli italiani. Eppure c’è qualcosa che non torna: come è possibile che i datori di lavoro cercano personale, e il personale cerca lavoro, ma l’uno non incontra l’altro in nessun modo? Sembrano viaggiare su due binari paralleli, e in effetti è così. Nonostante lo scopo infatti sia comune, quello cioè di lavorare, le condizioni a volte sono assolutamente diverse.
Una piccola premessa per introdurre l’intervista realizzata nel corso di Mattino Cinque, la trasmissione Mediaset in onda tutti i giorni su Canale 5 nella fascia mattutina. In cui si prova a ragionare sul perché settori come quello agricolo, nonostante gli stipendi medio-alti, siano in crisi totale di organico.
Azienda agricola a corto di personale: nessuno vuol guidare il trattore
Tra i settori a corto di personale di cui parlavamo nell’introduzione del nostro articolo, c’è quello agricolo. “Le disponibilità nel settore agricolo sono sempre di più di stranieri, perché gli italiani scartano questo tipo di lavoro. Non troviamo delle persone disponibili a fare una serie di lavori in agricoltura, il trattorista tra l’altro non lo fai tutti i giorni”, spiega un intervistato a Mattino Cinque, a capo di un’azienda agricola. Che è stato costretto, negli anni che dovevano essere del riposo, a tornare a lavorare, proprio per carenza di organico.
“Non possiamo fare tutto noi, abbiamo bisogno di professionalità. Le aziende che rappresento nella mia cooperativa hanno più di una necessità di trovare queste professionalità”. Eppure, spiega, “un contratto agricolo non è l’ultimo da un punto di vista di riconoscimento salariale. Il trattorista è una figura che ha un netto dai 1500 ai 1800 euro. Non è stagionale, parliamo di un contratto che può essere anche a tempo indeterminato”.
Il gap tra datori di lavoro e candidati
Molto spesso, però, quei datori di lavoro che si lamentano di non trovare personale, sono gli stessi che sottopongono il proprio organico a condizioni lavorative che appartengono ormai ad un’epoca passata. Quella di oggi, nella fattispecie, e cioè quella successiva alla pandemia da Covid-19, è l’epoca in cui i cosiddetti giovani di oggi non sono più disposti ad accettare qualsiasi compromesso pur di portare a casa uno stipendio, il più delle volte misero. O non corrispondente lo sforzo lavorativo, l’impegno e soprattutto la preparazione del candidato. Che si ritrova nell’eterna condizione di stagista o tirocinante, sottopagato, che lavora in straordinari che mai gli vengono riconosciuti, e che in più deve anche ringraziare per quel posto che è riuscito a trovare.