Condizionatore, ventilatore o deumidificatore: esperta rivela quale consuma meno. La risposta non è scontata

Un interessante confronto tra il condizionatore, il ventilatore e il deumidificatore, tre alleati importanti per l’estate: ecco quale consuma meno, e quale è più sostenibile da un punto di vista ambientale.

Durante l’estate, le alte temperature mettono sotto pressione l’organismo, incidendo sulla salute e sul benessere quotidiano. Il caldo eccessivo può compromettere il sonno e ridurre la capacità di concentrazione, ma soprattutto rappresenta un pericolo per la salute, in particolare per le persone più vulnerabili. Disidratazione, colpi di calore, disturbi cardiovascolari e respiratori sono solo alcune delle conseguenze che possono insorgere. Per prevenire tali rischi, è importante mantenere il corpo fresco e l’ambiente domestico confortevole. Tra le strategie più efficaci: idratarsi regolarmente, evitare di uscire nelle ore più calde, indossare abiti leggeri e favorire la ventilazione naturale degli ambienti.

La scelta del dispositivo per raffrescarsi dipende dalle condizioni climatiche e dalle necessità. Il condizionatore è l’opzione più efficiente per abbassare la temperatura reale degli ambienti. Estrae il calore e, grazie alla funzione “dry”, può ridurre anche l’umidità, risultando particolarmente utile durante le ondate di caldo intenso. Il deumidificatore, invece, non raffredda ma rende l’aria più secca. Questo migliora il comfort e contrasta la sensazione di afa, favorendo la dispersione naturale del calore corporeo. È indicato soprattutto in ambienti umidi, dove l’aria pesante può aumentare la percezione del caldo e aggravare la presenza di muffe o acari. Il ventilatore, pur non abbassando la temperatura, crea un flusso d’aria che stimola l’evaporazione del sudore, offrendo una sensazione immediata di freschezza. Risulta utile nei climi secchi o moderatamente caldi, ma perde efficacia in caso di afa o umidità elevata.

Condizionatore, ventilatore o deumidificatore: esperta rivela quale consuma di meno

Scegliere il giusto alleato contro il caldo è, dunque, essenziale per migliorare la vivibilità degli spazi chiusi e preservare la salute nei mesi estivi. La consapevolezza delle funzioni specifiche di ciascun dispositivo permette un uso più mirato ed efficiente delle risorse. Per questa scelta, può essere necessario sapere quale, tra il condizionatore, il ventilatore e il deumidificatore consuma di meno. A rivelarlo, è stata una nota esperta e divulgatrice scientifica, la dottoressa Alessia Mircoli. In particolare, l’esperta ha spiegato che il condizionatore consuma fra gli 0,7 e 1,2 chilowattora all’ora, se si considera un appartamento tra i 25 e i 40 metri quadri. Il consumo si aggira, invece, fra i 40 e i 90 euro al mese, se si considera un’accensione di circa 6 ore al giorno. L’impatto ambientale è, poi, elevato.


Il ventilatore, invece, consuma tra gli 0,04 e gli 0,075 chilowattora all’ora, e al livello di costo mensile ci si trova tra i 4 e i 10 euro al mese, con un impatto ambientale più basso. C’è, poi, il deumidificatore: al livello di consumi, si sta tra gli 0,2 e gli 0,5 chilowattora all’ora, il suo impatto ambientale è medio, e il costo mensile si aggira fra i 20 e i 50 euro al mese. Ma quindi, quale consuma di meno? La risposta è inattesa perché non è univoca: se si considera, cioè, il costo e l’impatto ambientale, è chiaro che il ventilatore vince la sfida. Questo perché, spiega la dottoressa Mircoli, consuma pochissimo e costa davvero poco. Se si considera, invece, il raffreddamento reale dell’abitazione e l’efficienza, vince il condizionatore. Quest’ultimo è più efficiente, e, se usato per poco tempo e nel migliore dei modi, raffredda la casa in maniera assolutamente efficace, con un costo non diverso dal deumidificatore, e con una potenza decisamente superiore al ventilatore.

Condizionatore ventilatore
Un ventilatore.

Tre trucchi utili per usare il condizionatore, dimezzando il tempo necessario

Per ottenere il massimo beneficio dal condizionatore limitandone l’uso a 2 o 3 ore al giorno, è utile adottare alcune strategie mirate. Innanzitutto, preparare bene l’ambiente prima di accenderlo: chiudere finestre, porte, tende e tapparelle impedisce al calore di entrare, favorendo un raffrescamento più rapido e duraturo. Una volta attivato, conviene usare il timer per farlo funzionare solo nei momenti strategici, come prima di dormire o rientrare a casa. Inoltre, la modalità deumidificazione può aiutare a ridurre l’umidità e, di conseguenza, la temperatura percepita, prolungando il comfort anche dopo lo spegnimento. Infine, è consigliabile limitare il raffrescamento solo alla stanza che si usa: dopo averla raffreddata, spegnere il condizionatore e usare un ventilatore permette di distribuire l’aria fresca più a lungo, senza incrementare i consumi. Con questi accorgimenti, si migliora l’efficienza dell’uso del climatizzatore, mantenendo gli ambienti freschi con un impatto energetico contenuto.

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