Cosa significa non accettare mai i complimenti o non crederci, secondo la psicologia

Cosa significa non accettare mai i complimenti durate una conversazione o non crederci, secondo la psicologia. 

Accettare i complimenti può sembrare una cosa semplice, ma per molti non lo è affatto. Secondo lo psicologo Daniel Goleman, autore anche di Intelligenza Emotiva, questo atteggiamento nasconde spesso motivazioni profonde e complesse. Scopriamo insieme quali sono.

Cosa significa non accettare mai i complimenti: la risposta della psicologia

1. Una radicata sensazione di inadeguatezza

Molte persone faticano ad accettare gli elogi perché sentono di non meritarli. Questa sensazione può avere radici nell’infanzia: critiche costanti o aspettative impossibili da soddisfare possono imprimersi nella mente, creando un dialogo interiore negativo. Quando qualcuno ci fa un complimento, il nostro cervello potrebbe reagire con pensieri come “Non lo merito” o “Hanno sbagliato persona”. Il primo passo per cambiare questa dinamica è osservare questi pensieri e mettere in discussione la loro validità.

2. La paura di sembrare presuntuosi

In molte culture, tra cui quella italiana, l’umiltà è vista come una virtù. Ma c’è una differenza tra essere modesti e rifiutare sistematicamente i complimenti. Lo psicologo sottolinea che rispondere con un semplice “Grazie, lo apprezzo” non è un atto di arroganza, ma un modo per riconoscere l’apprezzamento altrui. Minimizzare sempre i complimenti può, al contrario, risultare sgradevole o persino offensivo per chi li fa.

3. Il timore dell’intimità emotiva

Accettare un complimento implica aprirsi e mostrarsi vulnerabili. Per alcuni, ricevere parole gentili può sembrare più difficile che affrontare una critica. Quando qualcuno ci elogia, ci sta vedendo in una luce positiva e questo può farci sentire esposti. Tuttavia, abbracciare questa vulnerabilità può rafforzare le nostre relazioni e la nostra autostima.

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Complimenti

4. Esperienze passate con lodi insincere

C’è chi ha sviluppato un certo scetticismo verso i complimenti a causa di esperienze negative. Forse qualcuno ha usato l’adulazione per ottenere qualcosa o ha offerto elogi poco sinceri. In questi casi, è consigliabile di considerare la fonte e il contesto. Non tutti i complimenti nascondono secondi fini: imparare a distinguere tra sincerità e manipolazione è essenziale.

5. La sindrome dell’impostore

Molte persone lottano con la sensazione di essere degli impostori, credendo di non meritare il successo ottenuto. Whitmore suggerisce un esercizio semplice ma efficace: tenere un diario delle proprie vittorie, grandi o piccole. Questo aiuta a rivedere le proprie conquiste con occhi più obiettivi e a contrastare quella vocina interiore che dice “È stata solo fortuna”.

6. L’errata equazione tra modestia e negazione

Essere modesti non significa negare costantemente i propri meriti. Ci sono parecchie persone che, per paura di offendere o sembrare vanitose, sminuiscono sistematicamente i complimenti. In realtà, rispondere con un sorriso e un sincero “Grazie” è un segno di educazione e rispetto verso chi ci loda.

Accettare i complimenti non significa essere vanitosi. Al contrario, riconoscere il proprio valore e permettere agli altri di esprimere apprezzamento crea connessioni più profonde e autentiche. La prossima volta che qualcuno elogia il tuo lavoro o il tuo aspetto, prova a lasciarti toccare da quelle parole. Potrebbe essere il primo passo verso una maggiore consapevolezza e autostima.

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