Cosa significa quando eviti i conflitti a tutti i costi? La psicologia spiega le cause e come superarle

Evitiamo i conflitti per tante ragioni, anche se non sempre ne siamo consapevoli. Non si tratta solo di voler “andare d’accordo con tutti” o di avere un carattere tranquillo.

Spesso dietro questo comportamento c’è una paura profonda di essere rifiutati, giudicati o addirittura abbandonati. Secondo numerosi studi in ambito psicologico, l’evitamento dei conflitti è un meccanismo di difesa che può avere radici molto antiche. Il dottor Chad Olle, esperto in dinamiche relazionali, sostiene che molte persone imparano fin da piccole a spegnere il proprio bisogno di esprimersi pur di mantenere la pace. Quando i conflitti in famiglia venivano puniti o ignorati, abbiamo interiorizzato l’idea che “discutere è pericoloso”. Così, crescendo, continuiamo a rinunciare alla nostra voce per evitare tensioni. La teoria dell’attaccamento spiega bene questo meccanismo. Chi ha uno stile di attaccamento insicuro, secondo gli studi di John Bowlby, tende a mettere i bisogni degli altri davanti ai propri per sentirsi accettato. Questo si traduce in un forte bisogno di approvazione, che porta al cosiddetto people pleasing: dire sempre di sì, anche quando si vorrebbe dire di no.

Cosa si nasconde dietro il bisogno di evitare

Non tutti evitano i conflitti per gli stessi motivi. Alcuni temono le reazioni dell’altro. Altri non si sentono in grado di sostenere una discussione senza perdere il controllo emotivo. In molti casi, si tratta di un insieme di insicurezze e convinzioni limitanti che ci fanno credere che esprimere un’opinione diversa possa compromettere una relazione. Il modello di gestione dei conflitti proposto da Thomas e Kilmann già nel 1977 classifica l’evitamento come uno dei cinque stili principali. È considerato il meno efficace sul lungo periodo, perché non risolve i problemi ma li rimanda. Tuttavia, viene spesso scelto da chi ha un alto livello di “agreeableness”, ovvero una tendenza a cercare l’armonia a ogni costo.

C’è anche una componente culturale da non sottovalutare. La sociologa Stella Ting-Toomey, con la sua Face Negotiation Theory, ha dimostrato che in molte società l’evitamento è una strategia per preservare il “volto sociale”, ovvero la reputazione e il ruolo all’interno del gruppo. In contesti dove il rispetto della gerarchia è prioritario, il conflitto viene vissuto come una minaccia.

Come si può cambiare questa abitudine

Il primo passo è riconoscere quando stiamo evitando un conflitto non per reale scelta, ma per paura. Questa consapevolezza non è sempre facile da raggiungere. È più semplice credere di essere “solo persone pacifiche”, quando in realtà stiamo rinunciando a farci valere. Il lavoro psicologico inizia con l’ascolto di sé. Chiedersi: “Cosa sto sacrificando per evitare questo scontro?” può aiutare a chiarire quanto ci stiamo adattando agli altri in modo automatico. Come sottolinea il dottor Olle, la terapia è spesso uno spazio utile per identificare le radici di questa paura e iniziare a scioglierle.

Imparare l’assertività è una competenza fondamentale. Non si tratta di diventare aggressivi, ma di riuscire a esprimere le proprie opinioni, desideri e limiti in modo chiaro e rispettoso. Questo richiede allenamento, ma i benefici sono evidenti: relazioni più autentiche, meno frustrazione e un maggiore senso di sicurezza personale. Anche la regolazione emotiva gioca un ruolo chiave. Affrontare un conflitto senza sentirsi sopraffatti dall’ansia è possibile, ma richiede che impariamo a restare presenti anche nel disagio. Respirare, fare una pausa, chiedere tempo prima di rispondere sono tutte strategie utili.

Nel quotidiano, piccoli gesti fanno la differenza. Dire “questa cosa non mi è piaciuta” invece di tacere. Chiedere chiarimenti invece di assumere il peggio. Ogni volta che affrontiamo una tensione con rispetto, stiamo costruendo nuove connessioni e, allo stesso tempo, rafforzando la nostra autostima.

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Chi ha uno stile di attaccamento insicuro tende a mettere i bisogni degli altri davanti ai propri per sentirsi accettato.

Evitiamo i conflitti per proteggerci, ma finiamo per perderci pezzi importanti di noi stessi. Solo quando iniziamo ad affrontarli possiamo davvero sentirci liberi di essere chi siamo.

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