Cambiare frequentemente idea su chi siamo può sembrare un fenomeno disorientante, ma in realtà, nasconde dinamiche psicologiche complesse che meritano attenzione.
Per comprendere meglio cosa ci rivela questo comportamento, è utile esplorare il processo attraverso cui costruiamo la nostra identità. Le neuroscienze e la psicologia ci offrono spunti importanti su come evolvono i nostri concetti di sé, specialmente quando siamo alle prese con cambiamenti personali significativi.
Secondo Erik Erikson, uno dei padri fondatori della psicologia dell’identità, l’identità non è mai fissa, ma evolve continuamente. Durante la vita, ci sono momenti in cui siamo chiamati a rivedere e ridefinire chi siamo. La fase di “crisi d’identità”, che Erikson ha descritto come un momento critico della vita, porta spesso a una profonda riflessione sul nostro essere. In questi momenti, l’identità si adatta ai cambiamenti, ma non sempre in modo armonioso. Se affrontato positivamente, questo processo porta a una maggiore coerenza interiore. Se mal gestito, può generare confusione e instabilità (Erikson, 1956). Questo potrebbe spiegare perché a volte ci sentiamo diversi da un giorno all’altro o in fasi diverse della vita.
Le esperienze e le relazioni che plasmano il sé
Le esperienze di vita e le relazioni significative giocano un ruolo determinante nella costruzione dell’identità. Eventi traumatici o esperienze emotive complesse possono destabilizzare il nostro senso di sé. Come spiega il dottor Pietro Mignano, le difficoltà relazionali o i periodi di stress intenso possono portarci a rivedere costantemente chi pensiamo di essere, in un tentativo di trovare un equilibrio. Questo fenomeno non è raro: molti di noi hanno attraversato periodi in cui il nostro modo di vederci cambia in modo radicale. Inoltre, la professoressa Elisabetta Crocetti, che ha studiato i processi identitari, sottolinea l’importanza dei contesti sociali nel modellare la nostra visione di sé. Le interazioni con la famiglia, gli amici o anche la scuola, soprattutto durante l’adolescenza, hanno un impatto profondo sul nostro sviluppo identitario.
Cambiare frequentemente idea su chi siamo non è sempre un segno di debolezza o confusione. Al contrario, potrebbe rivelare una certa flessibilità mentale. La capacità di adattarsi ai cambiamenti della vita e alle nuove esperienze è un segno di una personalità dinamica. Come afferma Giovanni Jervis, l’identità è un “mosaico in continua evoluzione”, che si arricchisce attraverso il confronto con nuove situazioni e sfide. Tuttavia, cambiare frequentemente idea può anche indicare una ricerca di autenticità. Forse stiamo cercando di integrare aspetti diversi della nostra personalità per arrivare a una maggiore coerenza interna. Heinz Kohut, uno dei più importanti studiosi della formazione del sé, ha evidenziato come il cambiamento identitario possa essere un tentativo di sintesi tra varie sfaccettature di noi stessi. Ciò potrebbe significare che stiamo cercando di essere più autentici e più in linea con il nostro vero io.
In alcuni casi, però, questo continuo cambiamento può derivare da insicurezza o da una difficoltà nel definire i propri valori e obiettivi. Potremmo essere in una fase esplorativa della nostra vita, in cui tentiamo di comprendere meglio cosa vogliamo e chi vogliamo essere. Sebbene questo processo possa sembrare confuso, è una parte naturale del crescere e maturare.
Come migliorare la stabilità identitaria
Non c’è nulla di sbagliato nell’essere in continuo cambiamento, ma se questo ci crea disorientamento o frustrazione, ci sono alcuni modi per ritrovare una maggiore stabilità. In primo luogo, l’auto-riflessione guidata, come suggerito dalla psicoterapeuta Cristina Monti, può essere un valido strumento per esplorare le radici di queste incertezze e sviluppare una visione più stabile di sé. Accettare che l’identità sia fluida e in continuo adattamento può ridurre l’ansia che spesso accompagna i cambiamenti. Come nota Jervis, accettarsi nel presente, riconoscendo le proprie risorse, è essenziale per trovare equilibrio.
Infine, definire i propri valori personali è un passo cruciale. Capire cosa è davvero importante per noi permette di avere una solida base da cui partire per costruire un’identità che non cambi radicalmente ad ogni vento di cambiamento. Erikson stesso suggeriva che il senso di coerenza nasce dalla consapevole selezione dei propri valori principali.
Cambiare frequentemente idea su chi siamo non è un fenomeno che dobbiamo temere, ma comprendere. La psicologia ci insegna che l’identità è un processo dinamico, che si evolve in risposta alle esperienze, alle relazioni e ai cambiamenti della vita. Questo continuo processo di adattamento può rivelare una grande flessibilità, ma anche un bisogno di autenticità e coerenza. Con il giusto supporto e un percorso di auto-riflessione, possiamo trasformare questa tendenza in un’opportunità per crescere, esplorare e definire chi siamo veramente.