Cosa significa se senti spesso un senso di vuoto interiore? La risposta della psicologia

Il senso di vuoto interiore è un’esperienza comune, ma difficile da definire con precisione.

È quella sensazione di mancanza di significato, di assenza di emozioni profonde o di disconnessione da sé stessi e dagli altri. Secondo la psicologia, questo stato interiore può avere diverse cause e interpretazioni, spesso legate a dinamiche profonde della personalità.

Le radici psicologiche del senso di vuoto

Carl Jung considerava il vuoto interiore come un segnale fondamentale della psiche. Secondo la sua teoria, questo vuoto emerge quando esiste un conflitto tra la “maschera sociale” e il vero sé. In altre parole, quando viviamo una vita lontana dai nostri bisogni autentici, possiamo sentire una profonda insoddisfazione. Per Jung, questo vuoto può rappresentare un’opportunità di crescita personale, un invito a ritrovare la nostra vera essenza. Otto Kernberg ha invece analizzato il vuoto in relazione alla struttura della personalità. Secondo lui, chi sperimenta questa sensazione può avere una diffusione dell’identità, ovvero una percezione instabile di chi si è. Questo capita spesso in persone con tratti narcisistici, depressivi o schizoidi, per le quali il vuoto diventa una condizione persistente e debilitante. Un altro studio significativo è quello di Herron e Sani, che hanno descritto il vuoto come un’esperienza esistenziale, caratterizzata da una sensazione di procedere nella vita in modo meccanico, senza scopo o connessione emotiva. Questa ricerca ha portato alla creazione della Psychological Emptiness Scale (PES), uno strumento per misurare la profondità del vuoto interiore.

Quando il vuoto diventa un problema?

Sentire un senso di vuoto occasionale è normale, ma quando diventa costante e invalidante, può indicare un disagio psicologico più profondo. Vladan Starcevic e Alessandra D’Agostino hanno evidenziato che il vuoto può essere influenzato da fattori fisici, sociali e dalla mancanza di uno scopo di vita. Chi lo sperimenta spesso si sente scollegato dal mondo e dalle proprie emozioni, senza sapere esattamente perché. Marjorie Schuman ha invece descritto il vuoto come un “buco” nella coscienza. Secondo lei, questo stato può derivare da esperienze traumatiche o dalla perdita di parti di sé. Esplorare questi buchi può aiutare a comprendere meglio le proprie emozioni e a trovare strategie per riempire quel senso di mancanza in modo più sano.

Blasco-Fontecilla ha sviluppato la Multidimensional Sense of Emptiness Scale (MSES) per valutare diverse dimensioni del vuoto, tra cui la disconnessione spirituale e la mancanza di significato. Secondo i loro studi, il vuoto può essere un sintomo di disturbi psichiatrici più profondi, come la depressione o i disturbi di personalità. La psicologia suggerisce che il primo passo per superare questa sensazione è riconoscerla e comprenderne le cause. Se il vuoto deriva da una vita poco autentica, può essere utile riflettere sui propri reali bisogni e su ciò che si desidera davvero. Quando invece il vuoto è legato a traumi o difficoltà emotive, un supporto psicologico può aiutare a elaborare questi aspetti in modo più profondo.

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Il vuoto può essere influenzato da fattori fisici, sociali e dalla mancanza di uno scopo di vita.

Comprendere il senso di vuoto interiore non significa solo cercare di eliminarlo, ma anche accettarlo come parte dell’esperienza umana. Spesso, è proprio da questa mancanza che nasce il desiderio di cambiamento e crescita. La psicologia ci insegna che affrontarlo con consapevolezza può trasformarlo in una spinta verso un’esistenza più piena e significativa.

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