È necessario richiedere la traduzione della fattura delle spese mediche sostenute all’estero, per richiedere le detrazioni riguardanti queste ultime? Ecco la risposta dell’Agenzia delle Entrate.
Le detrazioni fiscali per le spese mediche consentono di recuperare il 19% delle spese sanitarie annuali che superano la soglia di 129,11 euro. Questo beneficio si estende alle spese sostenute non solo per sé stessi, ma anche per i familiari fiscalmente a carico. In specifiche condizioni reddituali, è applicabile anche a familiari non a carico. Rientrano tra le spese detraibili quelle legate a visite mediche, esami diagnostici, farmaci, dispositivi medici e trattamenti terapeutici, compresi quelli effettuati all’estero, purché documentati correttamente. Sono incluse anche le spese per interventi chirurgici e ricoveri ospedalieri, ma solo nella parte sanitaria e non nella retta di degenza.
Dal 2020, per fruire della detrazione, è obbligatorio utilizzare pagamenti tracciabili (carte, bonifici) per le prestazioni private non convenzionate. Restano esenti da questa regola gli acquisti di farmaci e le prestazioni erogate da strutture pubbliche o accreditate, che possono ancora essere pagate in contanti. Per ottenere la detrazione è necessario, quindi, conservare scontrini “parlanti”, così come le fatture, le prescrizioni e le prove di pagamento. Alternativamente, è possibile scaricare un riepilogo delle spese dal Sistema Tessera Sanitaria. Le spese devono essere riportate nel modello 730 o nel modello Redditi, e in caso superino 15.493,71 euro, la detrazione può essere ripartita su quattro anni. È necessario che la documentazione vada conservata per almeno cinque anni. Un corretto rispetto di queste regole consente un risparmio fiscale concreto e verificabile.
Detrazioni per spese mediche sostenute all’estero: la precisazione dell’Agenzia delle Entrate sulla necessità di tradurre la fattura
Anche le spese mediche sostenute all’estero possono essere inserite nella dichiarazione dei redditi, al fine da ottenere le detrazioni. Come abbiamo già anticipato, però, per ottenere le detrazioni sulle spese mediche, è necessario avere i relativi scontrini o fatture. Potrebbe essere automatico, a questo punto, chiedersi se le fatture ottenute all’estero debbano essere tradotte in italiano, prima di inserirle in dichiarazione. A fare questa domanda all’Agenzia delle Entrate, mediante la Posta di FiscoOggi, è stata una contribuente. L’Agenzia delle Entrate ha, prima di tutto, specificato che ha chiarito che le spese mediche sostenute all’estero sono detraibili nella dichiarazione dei redditi, alle stesse condizioni previste per le spese sanitarie effettuate in Italia.
È quindi necessario conservare la documentazione che attesti il pagamento, come fatture o ricevute, debitamente quietanzate, cioè provviste dell’indicazione che la somma è stata effettivamente pagata. Non sono invece detraibili le spese connesse al viaggio o al soggiorno, anche se motivati da ragioni di salute, poiché non rientrano tra le spese strettamente sanitarie. Un punto fondamentale riguarda la traduzione dei documenti: se la documentazione sanitaria è redatta in inglese, francese, tedesco o spagnolo, è sufficiente una traduzione semplice eseguita e firmata direttamente dal contribuente.
Questo consente di ridurre tempi e costi legati alla validazione della traduzione. Diversamente, se i documenti sono in una lingua diversa, ad esempio russo, cinese o arabo, è richiesta una traduzione giurata, cioè autenticata secondo le norme italiane. Il rispetto di queste indicazioni è cruciale per non vedersi negata la detrazione in fase di controllo. La corretta gestione della documentazione estera permette di includere anche cure ottenute fuori dai confini nazionali nel computo delle spese sanitarie detraibili, valorizzando ogni spesa medica realmente sostenuta.