Detrazioni spese scolastiche, le 5 cose da sapere se volete recuperarle: “Pagate solo in questi modi”

Se avete intenzione di inserire le spese scolastiche in dichiarazione dei redditi, per ottenere le detrazioni, dovete sapere assolutamente queste cinque cose: i consigli dell’esperta.

La dichiarazione dei redditi è il principale strumento con cui i contribuenti italiani comunicano ogni anno all’Agenzia delle Entrate i redditi percepiti e calcolano le imposte dovute. Il modello più diffuso è il 730, utilizzato da dipendenti e pensionati, mentre i lavoratori autonomi e i titolari di partita IVA usano il Modello Redditi. Le scadenze per il 2025 sono fissate rispettivamente al 30 settembre e al 31 ottobre. I modelli possono essere trasmessi online o tramite intermediari autorizzati come CAF o commercialisti. Oltre ai redditi, è possibile indicare le spese detraibili, che permettono di ridurre l’imposta lorda.

Tra le agevolazioni più significative vi è la detrazione IRPEF al 19%, applicabile a una vasta gamma di spese sostenute nell’anno precedente. Questa detrazione consente di sottrarre il 19% dell’importo speso – al netto di eventuali franchigie – direttamente dall’imposta dovuta. È prevista, ad esempio, per spese mediche, interessi passivi del mutuo per la prima casa, istruzione, assicurazioni, spese veterinarie e funebri. Nel 2025, la Legge di Bilancio ha introdotto un tetto per i contribuenti con redditi superiori a determinate cifre, calcolate secondo parametri familiari. Alcune spese, però, restano interamente detraibili, come quelle per soggetti disabili o per specifiche patologie. La compilazione corretta dei modelli, con attenzione alle voci detraibili e ai limiti previsti, permette di ottimizzare il carico fiscale in modo conforme alla normativa vigente.

Detrazioni spese scolastiche: le cinque cose importanti da sapere

Anche le spese scolastiche sostenute per i propri figli possono essere inserite in dichiarazione dei redditi, ma, per farlo, è necessario sapere almeno cinque cose. Una nota commercialista italiana, la dottoressa Camilla Vignoli, ha, prima di tutto, spiegato che, come già anticipato, la detrazione è del 19%, e che spetta per le spese scolastiche sostenute nel 2024, per l’asilo nido, se non si è usufruito del relativo bonus dedicato, nonché per le scuole dell’infanzia, elementari, medie e superiori. Le scuole possono essere statali o anche paritarie, nonché conservatori e istituti musicali. La seconda cosa da sapere è che si possono detrarre fino a 800 euro di spese per figlio, il che equivale a recuperare un massimo di 152 euro per ogni figlio (appunto, il 19%).

Attenzione, però: da quest’anno, per chi ha un reddito complessivo superiore a 50.000 euro, la detrazione si riduce, fino ad azzerarsi per chi ha un reddito superiore a 250.000 euro. Poi, è importante sapere cosa si può detrarre: secondo quanto spiegato dall’esperta, è possibile recuperare le rette, le tasse scolastiche, i contributi obbligatori, o anche deliberati dagli organi scolastici. Sono comprese anche le spese per la mensa pre e post-scuola, le gite, i laboratori, i corsi di lingua o teatro. Sono, invece, esclusi i libri, la cancelleria e il materiale scolastico. Qualora il proprio figlio avesse una certificazione DSA, poi, si potrebbero detrarre le spese anche per gli strumenti compensativi.

Detrazioni spese scolastiche
Anche le spese per la mensa sono comprese.

Come pagare e chi può ottenere le detrazioni

La quarta cosa da sapere è tra le più importanti: l’unico modo per poter usufruire delle detrazioni, è se si paga con un pagamento tracciabile. Per questo, l’esperta di pagare solo attraverso bonifico, carta, bollettino postale o PagoPA. Infine, la detrazione spetta solo a chi ha effettivamente affrontato la spesa: solo il genitore che ha pagato, dunque, potrà detrarre le spese, e non anche l’altro genitore con figlio a carico.

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